, 486 obbligare un uomo al molo lenendolo legato ad un muro? costringerlo a parlare tenendogli serrate le labbra? non è questo un dire al popolo: Tu sci, e non sci libero del tuo volo? Nè mi si risponda ch’io confondo la influenza, o meglio la coartazione di libertà col sacro intendimento della istruzione del popolo. 0 il popolo di Venezia è capace a scegliere i suoi Deputali, perchè fornito di doli opportune della mente e del cuore, e deve esser libero nell esercizio delle sue azioni: o il popolo di Venezia dopo un lungo giogo palilo di servitù sonnacchiosa non à tale capacità, e in pochi giorni non è possibile la istruzione sull’argomento di questioni aito dello stato, per cui non può esserne conseguenza che la incertezza e la confusione, c quindi non inutile soltanto, ma dannosa diventa codesta istruzione. — E sarà poi istruire il popolo E indicargli in un circondario stesso da un partito alcuni nomi, altri nomi da un altro partito? il proscrivere questi perchè repubblicano, proporre quegli siccome realista e \iceversa? e ciò in un momento dove tutti non dobbiamo essere che Italiani, perchè, oggi chi non è veramente Italiano, è veramente austriaco? Che queste sieno verità, e non azzardate parole, lo provano i tanti scritti, le tante stampe, i pilastri lutti della città, quasi direi tapezzati da liste di proposti e di proscritti. Si lasci ad ogni individuo elettore, ad ogni Veneziano, o a meglio dire ad ogni Italiano la libertà di pensare da se stesso, di prender consigli da chi crede e stima, d’interrogare liberamente il proprio cuore, e dietro il risultamento di questi alti spontanei, liberi e propri, segnare sulla carta il nome dei Rappresentanti della nazione. Se i dieci mesi trascorsi non sono bastante scuola e sperienza per conoscere i veri figli d’Italia, si ricorra pur francamente a quel tempo in cui l'austriaco inferociva sulle nostre libertà, e il giudizio degli uomini sulla vita passala è assai più sicuro di quello si l'ondi unicamente sulla vita presente. Da questa scelta del cuore sortiranno certamente uomini probi ed onesti — che il buon senso del popolo non s'inganna giammai — che la voce del popolo è voce di Dio — ed il giudizio islesso del popolo non è altrimenti che di Dio il giudizio. Caduta la scelta su d’uomini probi ed onesti si è fatto il primo passo, eh’è passo colossale .... quanto è meglio l’onesta mediocrità, che la sapienza ambiziosa e fella? il secondo passo devono farlo gli uomini probi ed onesti, che furono scelti. Quelli che si conoscono atti al càrico cui il popolo gli à chiamali, devono tosto accettarlo, chè commetterebbero altrimenti colpa nerissima verso la patria, e quelli poi che trovassero il carico superiore alle proprie forze devono dare la generosa prova della loro rettitudine, e del loro patriottismo colla spontanea rinuncia. E cosi succederebbero a questi altri individui, che avranno riportato ugualmente i suilragi dal popolo .... Ma questa rinuncia è un allo magnanimo c troppo virtuoso ! Si, ma gli è appunto per questo che sapranno darne esempio i virtuosi e magnanimi Veneziani. Sennonché il popolo di Venezia è allo a scegliere da per se i suo» Rappresentanti, perchè sa, conosce e vuole ciò che essi devono fare.