56 « Il ministero della guerra parlò dell’indisciplina, che regna fra le nostre truppe: ei fece una confessione che lo accusa; meglio era prevenire il male, anziché confessarlo. Ma se vi è l’indisciplina, non vi è la corruzione; è quindi facile il ristabilirvi il buon ordine, purché i colonnelli e i generali tengano in esercizio il soldato, non lo lascino anneghittire nell’ozio, abbiano cura di lui, conversino con lui, gli parlino, Io ammoniscano, lo incoraggino, lo infiammino. Se vi è disordine nei subalterni, é colpa dei capi, e bisogna punirli. I colonnelli, i generali chiamino i loro ufficiali, c dicano : chi di voi abborre la guerra, chi di voi ha paura di battersi col nemico e di vendicare l’oltraggiato onore delle nostre bandiere, deponga la spada e vada a casa. « Certo una guerra di affronto non conviene a noi : ma bene ci si acconcia una guerra di diversione. Un nostro corpo, che si getti fra il Ticino e l’Àdda, solleverà le robuste popolazioni dell’ampia provincia di Como, della Valtellina e del Bergamasco, ed aiuterà l’insurrezione dell’alto Bresciano : quindi Radetzky, per non essere preso alle spalle, dovrà sgomberare la Lombardia per recarsi al Mincio; un altro corpo, in luogo di errare per la Toscana, si pianti a Bologna, ecciti il coraggio dei valorosi Romagnoli, e gli Austriaci dovranno abbandonar Modena. La nostra squadra, scorrendo il litorale dell’Istria e della Dalmazia, ecciti quelle popolazioni, in cui ferve caloroso il sentimento italiano, eie inviti a noi: aiuti la sollevazione dei Boechesi di Cattaro; aiuti i numerosi partigiani, che abbiamo a Zara e a Trieste; si assicuri a Trieste l’incolumità del suo porto franco e del suo commercio, quando sia città italiana; si proclami alla Germania un favorevole accoglimento alla sua industria, il quale ricambio è pure utile a noi. Da Ancona si trasportino truppe nel Veneto, onde favorire l’insurrezione di quel paese: insomma si muova da tutti i punti accessibili, si operi con accordo, coraggio ed energia, e in breve tempo l’Austriaco sarà ridotto alle fortezze, le quali non larderanno a cadere, tosto che sia sgombero il terreno aperto, e che sia impedito ogni ulteriore soccorso. « Ci è conforto a bene sperare il vedere che utili riforme furono fatte nel personale de’capi. Ramorino é finalmente alla lesta de’Lombardi; abbiamo certezza che anche il bravo Sonnaz si troverà ai suo posto, e molto ci piacquero le sue parole d’ieri, le quali annunciano una riconciliazione fra lui e il generale Bava. Deli! sia pur benedetta la concordia! tutto aspettiamo da lei. Desideriamo egualmente che abbia il suo posto Garibaldi, che sia richiamato Antonini, e che non si lasci inoperoso Racchia. « Toglietevi dunque dalle incertezze, dalle titubanze, (io scrittore grida a’ministri conchiudendo); spiegatevi senza misteri, fate un appello all’Italia, alla Francia, all’Europa; proclamate i diritti sacrosanti della nostra causa; presentate al mondo un quadro delle iniquità commesse dall’Austria nei decorsi tre mesi; svelate in tutta la lor bruttezza le infamie della sua conquista; gettatela all’esecrazione del genere umano; alzate la voce e dite: Che cosa vogliam noi? La nostra libertà, la nostra indipendenza, la nostra unione, l’incolumità dei nostri beni, della nostra vita, delle nostre case, della nostre mogli, dei nostri figliuoli delle no-