£3 trasmesse con voce unanime da tutta la stampa d’Italia, di Francia d’Inghilterra e di Germania, ragion voleva che, per ismenlirle od attenuarle egh ci avesse rischiarati sui fatti che eran veri, non meno che su quelli che falsi erano, acciocché avessimo potuto rettificare i giudizi! nostri; ma tinche egli sta sopra semplici negative, finché non discende a particolarità c s attiene a vaghe generiche dubitazioni, noi dobbiamo prestar fede alle cento voci della ama, che da tutte le città dell’Europa ci portarono il icto annunzio della vittoria del popolo in Vienna, della fuga del monarca, dell avvilimento del Croato, del trionfo dell’Ungherese, dello scompiglio generale deli infida reazione, percossa nel cuore dalla vincitrice democrazia poco importando poi di sapere se il popolo, che è padrone di ernia abbia deliberato di perdonare agli errori del principe, o d’inaugurare lo stendardo della repubblica. . chc; ;ado, io cercando argomenti per assicurarmi delle sconfitte Austria ? lo chiamo, o signori, al vostro cospetto una grande testimonianza .... la testimonianza del maresciallo Radetzky. Ho sottocchio l'ordine del giorno, in data del Ì2 ottobre, che il ma- dX,7Ì™i "'Ì1,"“*10 suo esercit°> ®«W»e ‘lettalo dallo spavento della dissoluzione eh egli vede serpeggiante nelle sue truppe; e, per quanto egli cerchi di attenuare i fatti di Vienna per ingannare i suoi soldati non può tanto occultarli che la verità non rifulga. ’ ‘Scene sanguinose, egli dice, scene sanguinose sono avvenute a Vienna cagionale disgraziatamente dalla discordia clic oggidì divide in partiti la nostra cara patria. Il ministro della guerra, vecchio e prode nostro camerata, fu assassinalo da un’orda furibonda di popolo, ma l’imperatore co sua famiglia godono buona salute ...(si ride) e noi gliela auguriamo bnona e prosperosa la salute per lunghi anni, e piaccia al cielo che non «DDia mai occasione di tornare ad ammalarsi a Vienna! (Ilarità.) L'onorevole sig. Tola ci fece osservare che i popoli della Germania . aiv,s!> ritorneranno prontamente alla concordia, se noi ci intromet-uumo nei loro dissidii e li chiamiamo a guerra straniera. °.no.u taP10 di questo. Pensi Eonorevole avversario, che la guerra cipiu'rh ln V,ennr r? Ìl p0p°!° e * snoi oPP^ssori, è guerra di prìii-cont™ £UeiT? dl llberta e d indipendenza è pur quella dell’Ungheria Presimi 3 Cr°aZiaÌ ?,che tanl° il popol° 'Pennese, quanto il popolo di ìon»! ‘f^on vedrebbero nemici nella gente italiana, ma vedrebbero al-a* e fratelli Prova ne siano gli aiuti ch’ebbero gli Ungheri dagl’italiani ci‘ u,a dl Vienna; prova ne siano i segni manifesti di benevolenza italiane111 g, 111 eospeUo dei nuovi eventi, sarebbe salale !jardT,,t0; lant0 p,u che 11 suo esercito si trova attualmente in delle snri ° da P°ler S'eUarC S6I1Za esitazione la sua spada sulla bilancia •v-nt sorti europee. camente a Picmontelnon sarà solo. È con lui Venezia che combatte eroi-ente dalle sue lagune; e con lui Lombardia, di cui sono al nostro