230 4 Dicembre. L'Ere Nouvellc contiene tin lungo articolo destinato alla questione del Lombardo-Veneto. Lo scrittore, il quale apparisce esser conoscitore delle cose nostre e delle ambagi diplomatiche, comincia dal dichiarare essere urgente che la Italia sia tolta da questo stato angoscioso, nei quale si trova. Non vuole però che un nuovo patto sanzioni le pretensioni nemiche, e quindi si oppone apertamente alla combinazione di scindere il Lombardo-Veneto in due parti, dandone una al Piemonte, e l’altra all’Austria. Mostra come le rivalità di Torino e di Milano renderebbero dannosa al Piemonte questa combinazione; mostra i danni recati alla causa italiana per la malagurata fusione voluta e compila fuori di tempo; dice che Carlo Alberto o doveva essere meno cavalleresco in principio, o più disinteressato in progresso. Quindi, ragionando dei pretesi titoli allegati dall’Austria, c combattendoli, mostra con validissimi argomenti come la divisione del Lombardo-Veneto, non provvedendo a nulla, lascierebbe la questione italiana nello stesso stato, e quindi pericolosissimo per l’ordine dell’Europa. Ci sembrano meritevoli di grave attenzione le parole seguenti: « La parte, che sostiene in questo affare la Dieta di Francoforte, non è chiara ai nostri occhi. L’interesse dell’Austria sembra poter diventare l’interesse della intera Alemagna, e potrebbe dirsi che il giudice voglia divenir parte, ed il medico mettersi in letto ai fianchi del malato. « Se la Francia e l’Inghilterra non cercano d’illuminare la politica alemanna circa i suoi veri interessi, potrebbe temersi che la sua metafisica trascendente non cadesse appunto in ciò che vi ha nel mondo di meno intellettuale. « È cosa difficile a credersi per un Alemanno, e per un Austriaco soprattutto, ma pertanto è cosa vera: l’Italia per l’Austria è ormai pud" tosto un pericolo, che un profitto. Per quanto ricca sia la miniera, se il suolo minaccia un ribollimento che debba inghiottire il minatore, il partito più prudente è di abbandonarne lo scavo. « Vienna ha impiegata nel 4848 la medesima arte, da cui ebbe tanfi vantaggi nel 4815: ella ha coltivato il sentimento delle nazionalità, non, come allora, per armare i suoi popoli contro la invasione straniera, nia per comprometterli gli uni contro gli altri, ed imprigionarli a forza fi1 odio. Gii Slavi, gli Ungheresi, gl’italiani, la cui causa dovrebbe esser comune per ¿scuotere tulli insieme il giogo dell’Austria, eccoli alle prese fra loro, tagliandosi vicendevolmente la strada dell’avvenire. La liberta non vive che di sacrifizii; i popoli tengono al sacrifizio, non meno che il mercante al suo guadagno. « La Francia non degnerebbesi al cerio di far la parte del incr' caute. Nessuna nazione pare meglio guarita dalla febbre delle conquiste* Essa riparerà Campoformio; essa non lo rinnoverà mai più. Essa distinguerà, nelle colpe recenti dei popoli italiani, ciò che n’ è dovuto ai governi, ciò che n’è dovuto ai partiti, da ciò che è proprio alla stessa nazione.