251 perche è tempo finalmente che l’Italia conosca, e guardi a quali mani affida i suoi desiini. Cacciati gli Austriaci da Palmanova per la defezione delle truppe italiane e pel coraggio degli abitanti, lo Zucchi ne assunse il comando. La Repubblica veneta gli proiferse il grado di generalissimo, cd egli se ne causò; dicendo, che cercava solo la sua quiete; rifiutò poscia ostinatamente i dispacci presenlatigii a nome della medesima dai Crocialo ingegnere Zudenigo, asserendo, ch’egli non riconosceva il governo di Venezia; in questo frattempo però ottenne 120 artiglieri dal re Sabaudo; da quel momento lo Zucchi non fu più desso: i più veggenti dissero perduta Palmanova, e pur troppo lo fu. Già il nemico ingrossava all’Isonzo. Che fece lo Zucchi? Non prese misura alcuna degna della sua fama, e pari alle circostanze. Non approfittò dell’insurrezione, non vettovagliò Palmanova, anzi impedì l’entrata a molti del contado, che con buoi e con carra di viveri fuggivano l’eccidio portalo dalle orde austriache; trascurò di fare a tempo eseguire la spianata, per cui una folta campagna circondava la fortezza, e lasciava adito al nemico d’avvicinarsi nascosto fin sotto le lunette. ¡Nel sabbato santo ai 22 Aprile Udine capitolava. Nella seconda festa di Pasqua, il 24, l’avvocato Bilioni compariva in Palmanova, e presentarsi allo Zucchi in compagnia d’un ufficiale austriaco. Introdotto in sua casa, ebbe luogo una lunga conferenza, effetto della quale fu, ch’egli accettava mi brevetto di fuga, o salvocondollo austriaco col titolo di barone della Pigna. Ma fu impedito dalla Modena, eroina di patria carità, c più che altro da una minacciosa dimostrazione dei Crociati Veneziani e del popolo: nuliameno più tardi, approfittando della notte, cercava di effettuare la fuga; ma gli fallì l’intento, perchè accortosene l’animoso popolano Giuseppe Gos, guardia civica, si avventò a’cavalli già attaccati alla carrozza, e facendo rumore, accorsero i Crociati, che resero vano il tentativo. Un mese dopo verso la fine del Maggio si trattò nuovamente della dedizione, e a tal fine si convocò il Consiglio comunale; ma anche allora 1 Crociati e il popolo penetrando a mano armata nella sala impedirono cosa. Ed appunto in questo primo mese di blocco, invece di requisire tosto e mettere a razione e popolo e milizia, si permise uno scialacquo di viveri e di vino tale, che Palmanova sembrava non già una piazza bloccala, ma un baccanale; e durante tutto l’assedio si lasciò correre dna serie di disgusti, d’imprevidenze e d’inconvenienti capaci di produrre 1 più tristi effetti; il nemico era al fatto d’ogni cosa nostra, la più mi-»ula, e troppo disse anche ai meno accorti il feroce insulto inaudito nelle storie: bombardavano Palma, e la bombardavano a suono di musica. In °ó'ni occasione un po’ grave il Generale mostrò un amore della vita soperchio, ed un timore indegno d’un veterano di Napoleone. Con quasi ;)0°0 tra soldati di linea, civici c crociati non fece, dopo chiusa la for-tezza, che due ricognizioni sotto Selva con 450 regolari circa e 50 cro-c,ati; l’altra al Molino con altri 50 crociati c 9 di linea. Finalmente avvenne ai 25 di giugno la dedizione, che potevasi pro-"ng;ue d’un mese e più, tratti in inganno tre giorni prima con un