353 Tu padre d’oppressi, Su i Re l’alzerai, E immenso sarai Se Italia sarà. Sui liberi popoli La fa si fa strada, Su serva contrada Possanza non ha. - D’infamia perenne Si copra quel tristo Che i chiodi del Cristo In serto cangiò. Li fe primi anelli Dell’empia catena, Che ai popoli oscena La reggia apprestò ! Falsato nel tempio Fu il detto di Dio! Un santo desio, Fu colpa ed errori E in nome del Cielo, Ministri protervi, Ci vollero servi Dannati al dolor. Ma sciolto Isdracllo Dall’empio servaggio Guardando ai retaggio Che il Cielo gli die, Dal proprio conline Discaccia Ismaello!... Tu scorgi Isdracllo, Tu nuovo Mosò! - La tenda tu innalza Fra l’umili genti, Che sotto ai potenti La terra tremò. Non vedi che sursc Già l’ombra di bruto, E il ferro temuto Fremente impugnò? Quel ferro scintilla, Non logro dagli anni, Sul capo ai Tiranni Minaccia fatai! - Vicario del Cristo Ritorna alla greggia : Un giorno .... e la reggia Fia tomba leral! Sui troni il Ciel grava L’estrema rovina!... E all’ira divina Ritegno qual ò? Nessuno ! - ed invano Di Te si fa scudo, Quel vile, quel crudo, Più furia che Re!! 26 Dicembre. NOTIZIE DI LOMBARDIA. Leggcsi nel Carrier Mercantile, sotto la rubrica : Nuova e gloriosa dimostrazione fatta a Milano, come protesta solenne ed unanime contro i dominio della forza materiale straniera, nell’occasione in cui il ma-csciallo Radetzkij ordinava ai Milanesi che festeggiassero l’avvenimento d trono di Francesco Giuseppe 1. Fiva il forte e concorde popolo mi-unese!: « Oggi (12 dicembre 1848) fu festa ufficiale a Milano. La popolarne in generale tenne un contegno onorevole secondo le sue tristi cir- T. v. 23