il 2G2 Se voi popolo è avete forza da resistere al popolo, se la vittoria vi sorride, ribelle, non è che una picciola mano di faziosi, ma s egli più forte di voi, se a prezzo del suo saligne trionfa, voi siete generosi c magnanimi, voi padri della patria. E come il popolo comincia sempre colle supplicazioni, cosi voi colla minaccia c la violenza, onde la conclusione sta sempre in mano o della virtù popolare, o della vostra fortuna, e quindi la conclusione inevitabile, o di una conciliazione o di una sommissione; sicché il popolo perde, voi guadagnate sempre. E lino a quanto durerà questo gioco di sangue? Quando avrà fine questa commedia la-griraosa, nella quale i popoli sono decimati, per deliberare se voi avete ad assumere la maschera del tiranno, o del padre nobile; quando finirà questa cerimonia satanica, nella quale è prestabilito che voi cominciate a dire legalmente che no, perchè il popolo a prezzo delle sue vite migliori vi sforzi a dire spontaneamente, generosamente, beneiiccutissima-mente che sì? Egli 6 dunque vero, che il popolo non ha bisogno di voi, ma del popolo. In somma papi re, principi, ministri laici, cardinali ministri, governatori di ogni programma, sapienti di ogni associazione, avete finito ancora questo incantesimo? Avete fermo ancora di considerare, che mentre disputate, deliberate e decretate, e scomunicate, il popolo soffre, soffro dolori di lagrime e di sangue, sofTrc nella vita, nell’onore, nelle sostanze ; il popolo Lombardo-Veneto fra tulli, e ha diritto aspettare conforto e salute da voi innanzi a tutti, da voi? E non pare al contrario voi siale persuasi che le vostre dispulazioni e decreti valgano le pene eh’ ci soffre, acciocché no» vi sfuggano, e che voi potrete ad agio risuscitare i morti e ristorare 1 vivi? Miserabili! Fate prova di tergere una lagrima e rasciugare uno goccia di sangue! Sciagurati! Non vedete, non udite? La terra si scuole dalle fondamenta, ella è saturata di lagrime e di sangue; ella non nc può più ricevere, nè sostenere; ella le avventa con gemito profondo e straziante lino al trono di Dio, e Dio le trasmuta in pioggia di fuoco, e la l’inversa sulle vostre teste. Udite! Se voi non fate per il popolo, il popolo farà per sé. Qiiamlo papi, re, cardinali ministri e sapienti, anziché aiutare, tradiscono il 1)0' polo, è gioco forza che il popolo aiuti sé stesso. Questa è grande verihjj della quale è mestieri al popolo rendersi capace molto bene, e quim1 F ultima e suprema verità, il popolo essere unico rifugio, ottimo sfinimento da sé stesso. Il popolo può fare da sé; voi lo sapete meglio ancoia che il popolo medesimo noi sappia. La Favola racconta che Momo don deva Giove, perchè non aveva messo un occhiello sul cuore all’ onde leggervi dentro; i naturalisti asseriscono il bue non conoscere ■_ sua forza, però lasciarsi domare. Voi davanti al popolo siete l’uomo^ Momo. pur troppo,! ma il popolo davanti a voi sarà sempre il bue dei naturalisti? Voi fatene ragione. Questo popolo apprende con rapidità ravigliosa e consolante a conoscere, voi no, perchè impossibile, lìU| forse, ma sè stesso. Egli apprende unico bene dell’ uomo in sulla à’!l il confidare in Dio ed in sè stesso; unica speranza del popolo il P°P° e che il popolo può quanto vuole. (la Benedetto quel giorno eh’ egli avrà imparata questir4cz:one 1