200 i/ADRIATICO del re di Puglia comparve Genova) regolò la politica veneziana fino al passaggio della Sicilia agli Svevi. E chiuderò ricordando i tentativi ungaro-croati di contrastare a Venezia il dominio dell’Adriatico. A tal fine la Croazia, che si costituì in uno stato autonomo alla dissoluzione dell’impero carolingio ed ebbe poi un duca, indi un re che veniva riconosciuto da Bisanzio, fu nel 1090 aggregata al regno d’Ungheria e da allora l’unione non si spezzò più. Contro tali aspirazioni reagì Venezia e il doge infatti assunse nel 1094 il titolo di duca di Croazia e di Dalmazia, sebbene effettivamente egli non esercitasse la sua potestà che lungo la costa. Era quanto bastava a Venezia, perchè lo stato ungaro-croato non divenisse una potenza marinara ! Ma l’assunzione di quel titolo non poteva piacere al sovrano ungherese e Coloman infatti, che pure qualche anno innanzi avea soccorso i Veneziani contro i Normanni, approfittò nel 1104 di alcune calamità che desolarono la costa orientale dell’Adriatico, per impadronirsi di quei centri marittimi che s’erano posti sotto l’alta tutela della Repubblica, specialmente di Zara. E sebbene Venezia fosse allora impegnata nella sottomissione della costa siriaca e perciò non riuscisse a ridurre definitivamente all’obbedienza le ribelli città dal-matine se non nel 1145, tutto ci fa ritenere che il nuovo stato, affacciatosi sull’Adriatico, non riuscisse a stabilirsi nè commercialmente nè mili-