54 «avete giammai conquistala l’Italia: dessa è che conquistò voi due volte: con Tanni prima; poi con l’idioma e le leggi. Fu all’ombra del suo, del romano vessillo, che ne calcaste, impuniti, il terreno; e, se pure vinceste} lu il braccio e la fede di mezza Italia, che vi diè la vittoria. Se dunque il voto di Francoforte, negatore dell’italiana indipendenza, non ha fondamento nò sulle ragioni sanie del diritto, nè sulle inique della conquista, donde mai potevano essi derivarlo i tedeschi legislatori? dalle sventure, forse, che fcano sempre si divisa e infelice Italia? — da’tradimenti che la resero, c la lamio ancora, si faci! preda all’armi straniere? tale rampogna non farem noi ai leali uomini di Francoforte: direm solo, che quella misera vanità gli accecava; di più non diremo .... Le quali cose siam qui venuti accennando, non per odio, o per dispetto che ne muova verso una grande c civile nazione, ma per noia di coloro che tronli c pettoruti corrono le nostre vie, quasiché il voto frati-cofortiano fatto avesse traboccare a lor prò’ le bilance di Dio nei desiini d’Italia: destini già forse commessi alla giustizia dei popoli nuovi, dalla Provvidenza evocali sulla scena del mondo a punire l’orgoglio e le colpe dei vecchi oppressori. Non da odio, ripetiamo, o da rancore verso il Tedesco, muovono le nostre parole; che anzi, abborrendo il demone della discordia, da cui si tenta levare una nuova alpe fra due popoli, aneliamo all’istante, nel quale, deposte le pretese superbe, il pronipote d’Arminio scenda, lilialmente, ospite desiderato a confortarsi nel verde dei nostri colli, nel vivido raggio de'nostri soli; all’istante in cui s’accorga pur esso, quanto più dolci riescano i sorrisi dell’italico cielo, se invece d’un volto impietrito dall’odio, gli accompagni l’onesta accoglienza e la stretta cordiale della mano di un ospite. Dalla Gazzetta Universale d’Augusta clic, dopo lunga interruzione, abbiamo testò ricevuta, in data del 4 ottobre, rileviamo il modo, con cui gli Austriaci intendevano ch’avesse ad eseguirsi il loro ridicolo blocco di Venezia: 1 « Trieste 29 settembre. a La deputazione della Borsa pubblicò un rescritto del governo, in cui si accennano le disposizioni date riguardo al trattamento dei bastimenti predati. I bastimenti austriaci o stranieri, diretti da qualunque porto per Venezia, per la prima volta vengono respinti, per la seconda condotti i primi a Pirano e gli ultimi a Pola, c tutti sequestrati. I b«a-stimenti, carichi di truppe o di munizioni, saranno scortate a Pola, e le truppe tradotte prigioniere a Duino. Le catture finalmente di bastimenti veneziani sono dichiarate di buona presa; e la somma, ricavata dalla loro vendita, come pure il carico, saranno divisi fra gli equipaggi della squadra austriaca. »