438 nuar la loro dimora in Venezia quegli oltremarini, da tanto tempo qui stabiliti, che non potendo più spedire ai loro paesi gli articoli che qui sono solili a provvedersi, non sapranno più come lare il ricambio dei vitali prodotti clic c’introducono? Persistendo la Commissione nell’attuai suo sistema, saranno costretti ad allontanarsene e a privarci con ciò dei reali vantaggi che coi loro commercii ed importazioni ci hanno sempre portali. 10 poi vorrei, finalmente, chiedere alla Commissione, se non le si è mai presentato, fra le sue prudenti ed economiche vedute, clic il più valido mezzo per procurare ad un paese gli articoli di cui manca, si è quello di promuovergli importanza commerciale e ricambio di prodotti? E non ha forse mai presentito, che i suoi irragionevoli divieti sono 1 ostacolo 11 più potente che frammettere possa a tale benefizio d’uri popolo? Ali! È ben desiderabile e necessario, che vengano ben presto dai nostro governo ristretti e riformati i poteri usati finora da quella autorità; che alle forme di protocollo, e dicasteriali da essa fino ad ora adottate, si sostituisca un sistema più pronto, più evasivo. — Che vengano frammischiati nelle deliberazioni degli abili individui, che conoscano l’anima del commercio, ed i vari rami in cui fossero collocati, e che forti nelle parti loro di tutte le necessarie cognizioni, possano dare delle prudenti e sagaci deliberazioni, e togliere gli abusi. — Il commercio ha d’ uopo di libertà d’azione, e non d’inutili vincoli. E se l’Annonaria non viene ri-iormata, invece di servire ad utile scopo, come fu istituita, sarà un lento tarlo, che a lungo rodere, distruggerà il commercio del nostro paese. — GIACOMO RICCO. 10 Gennaio. AVVERTIMENTO AL POPOLO PER L’ ELEZIONE DELLA NUOVA ASSEMBLEA. Non meno essenziale requisito d’aversi riguardo nella scelta dei deputali, oltre Vonestà provata, e positival'idoneità nel dire_, e la capacità di formarsi un giusto criterio senza passione intorno allo stato delle cose presenti; si è quello di una viva fiducia nella propria opinione, forte contro la seduzione dei più verbosi, ed il coraggio di esternarlaj per guanto avesse a costargli. Cittadini, ed uomini di governo, il primo nostro comune dovere, è quello di credere più alla nostra coscienza, che alle altrui insinuazioni! Rare volle essa c’inganna, che non per altro l’abbiamo avuta da Dio, se non perchè abbia a servirci di nonna in ogni nostra intrapresa. Leviamoci dunque il pregiudizio contrario a questa massima. Gravi errori nacquero in ogni età per la debolezza di voler troppo giurare in verba Magistri. Alla line nessun dovere è superiore a quello di dire, e di fare ciò, che si crede ben detto, e ben l'atto; dovere, che va ad essere nel nostro caso comune tanto alla tribuna del Deputato, come alla scheda dell’elettore. La sola lista dei nomi, che uscirà stampata per ogni circondario*