60 nei quali il desiderio di riavere la patria non si disgiunge dalla sollecitudine degl'interessi comuni a tutta Italia. « Quella parola avrebbe echeggialo dall* Alpi al Lilibeo come lieta promessa, come terribile minaccia : avrebbe sgomentati gli oppressori e rincorati gli oppressi; avrebbe tutti i rancori attutati, troncate tutte le divisioni, raccolti sotto una sola bandiera tulli quelli che sanno d’avere una patria. « Ma quella parola, che era nel cuore di tutti, che correva alle labbra dei più generosi, non fu solennemente profferita. « Come potè avvenire che fosse frustrala cotanta aspettazione e disconfessalo quel concorso di circostanze propizie, ond’ è sì miracolosamente preparato il buon successo della gran lotta, per tener fede ad una politica d’esitanze, d’indugii, di mai sicuri e passeggieri componimenti ? « Intanto domanda Italia a codesto Parlamento, se a tal esito dovevano riuscire tanti forti propositi, tanti magnanimi ardimenti, tanto generoso sangue versato : domanda al re Carlo Alberto se la causa della indipendenza non è perduta. Domanda Europa, attonita di vedere che i popoli ricaduti in servitù non sorgano ancora alla riscossa: dove sono gli eroici spiriti del marzo ? « E i Lombardi e i Veneti e i cittadini dei ducati domandano se cotal mercede dovevano aspettarsi della fiducia, con che, dopo le gloriose loro giornate, invocarono il soccorso dei loro fratelli subalpini, della lealtà con che seco loro si strinsero in una sola famiglia, della costanza con che si mantennero saldi nel loro volo, pur dopo che gli eventi non risposero interamente alle concelle speranze ? « Ma se la fortuna tradiva per un istante la più santa delle cause , dovranno riuscir vuoti d’eifelto que’ nazionali divisamenti, a cui certo non veniva seguace il pensiero clic si dovesse vincer sempre e da per tutto ? Quale ne toccherebbe dolorosa ferita a questo animoso esercito , che sostenne si intrepido tutte le prove, onde può ritemprarsi il coraggio dei pazienti e dei forti ? Quale ne sarebbe amaro sconforto questa famiglia dei popoli sardi, sì chiara nelle storie pe’ guerreschi suoi vanti, sì immobile nel volere, sì eroica nel sacrificio, a cui la rimbaldanzita possa dell’Austriaco è vergogna nel presente, è nel futuro sgomento per le sue medesime libertà ? «Intanto gli avvenimenti s’incalzano, e di giorno in giorno possono riuscire a nuove c inaspettate complicazioni : il nostro nemico , fra cui Dio gettò la divisione e la guerra, può raccozzarsi, può piombar sulla Italia con nuove orde. « Intanto la Lombardia e tulle le altre terre, contaminate dall’ Austriaco, toccano l’estrema agonia del loro atroce martirio: il sangue di nuove vittime immolate al crudele sospetto e al brutale capriccio degli austriaci proconsoli, grida vendetta sul loro capo. Ogni dì più imperversano que’ribaldi nelle ladre loro voglie, nelle loro immanità: alle raffinatezze della crudeltà aggiungono l’oltraggio e Io scherno; al saccheggio disordinato, l’organizzato saccheggio de’balzelli e delle estorsioni; la rapina, lo sperpero d’ogni pubblico e privato avere; e, in mezzo al