VENEZIA E I TURCHI 289 Rifiorirono le speranze della Repubblica quando fu inalzato alla S. Sede un veneziano, Pietro Barbo, col nome di Paolo II. Ed essa ornai era de- * cisa ad un’azione contro i Turchi, poiché questi, con l’occupazione della Balcania, minacciavano gli scali veneziani lungo la riva orientale dell’Adria-tico, tentando d’assoggettare le città marittime ed incitando contro S. Marco.. quegli elementi costieri su cui da secoli Venezia esercitava l’alto protettorato. In poche parole, era in pericolo quella supremazia che la Repubblica, fin dal 1204, s’era conquistata sull’Adriatico. Ed a quel pericolo un altro aggiungevasi ; ed erano i ripetuti successi ottomani nella Morea, dove Venezia rischiava di perdere quei porti che le permettevano di signoreggiare l’ionio e ad un tempo di salvaguardare la sua via per il Levante. Ma mentre lo Scanderbeg, difendendo la sua terra, assicurava indirettamente il prestigio veneto sulla riva orientale dell’Adriatico ('), la Repubblica non poteva dirsi fortunata nell’impresa sostenuta per terra in Morea. Per di più nel 1468 l’eroe albanese moriva e proprio nello stesso anno il naviglio ottomano veniva costituito ed era tale da potersi seriamente misurare con quello di Venezia. Il sopracomito Girolamo Iyongo vi contò infatti dalle 300 alle 400 vele e ringraziò (') Lo Scanderbeg cedeva nel 1464 Croja a Venezia (Ro-manin, IV, p. 325). 19. — G. Cassi.