490 di gloria, appunto quando tutte le classi della società erano chiamate a discutere e decidere nelle assemblee popolari, quando \enezia riconosceva in ogni cittadino il diritto di votare senza distinzioni di nome o di grado, senza la ingiusta preponderanza di casta. Venezia d’oggi (diceva nel nostro armonioso dialetto, e senza pompa di locuzioni, l’oratore del popolo) è la Venezia della prima sua origine ; siccome allora, pescatrice, povera, democratica, crebbe nell’ armi, nel commercio, nelle civili virtù; così può e deve emergere in questi giorni, nei quali, mercè l’unanime accordo di tutti i cittadini ella scosse c franse il giogo straniero. Venezia antica scadde quando il mal seme delle distinzioni fu diffuso nel suo vergine terreno; e però cadrebbe oggi ancora se tutti i cittadini, che la salvarono con ¡slancio, prodigioso quasi, d’ entusiasmo e di sacritizii, non fossero chiamati a reggerne le sorti future. Il senso di queste frasi stava nelle eloquenti parole del gondoliere Galli; il senso (diciamo): ma quanto più semplicemente e chiaramente esposto nel dialetto che non ha pari, e nella facile arringa, che schivava ogni inutile e pomposa parola ! Il Galli aggiungeva a’suoi colleglli: Ho parlato di democrazia, e di aristocrazia; ma sapete voi che significano questi nomi ? Democrazia è l’uguaglianza dei diritti di tutti i cittadini indistintamente; aristocrazia è la preponderanza del partito dei nobili a danno dei diritti comuni. ÌNoi dobbiamo, noi vogliamo essere democratici siccome i nostri maggiori; noi vogliamo avere eguali diritti, eguali obblighi degli altri cittadini. Ala non per questo (soggiungeva tuonando e quasi inspirato) non per questo crediate per Dio! che la democrazia racchiuda il pensiero e l’azione di appropriarci quello che non è nostro; i ricchi, lo sieno per sollevare alle nostre miserie col darci lavoro; sieno rispettali i nostri padroni, siccome quelli che ci procurano onorata esistenza c che consentiranno di perdere qualche ora dell’opera nostra, quando sapranno che quest’ora fu consacrata anche da noi a benefìzio comune ; ad ascoltare, a suggerire anche miglioramenti per noi, pei nostri figli, per le più tarde generazioni. E ciò, continuava 1’ oratore popolare, ciò che io vi dico, 1’ ho imparalo dal cuore prima, poi dalle storie, che ho volato leggere benché barcaiuolo; nò posso a meno di aggiungere, che quanto democraticamente vogliamo operare oggidì, siccome ai primi c più bei tempi di Venezia, deve in oggi essere modificato al bene generale dell’Italia tutta; perchè noi siamo Italiani prima di tutto! Le parole di Girolamo Galli furono accolte con entusiasmo dall adunanza; ed ai nomi dei dittatori eletti si associarono quelli del Galli stesso, che avea con tanto senno e tanto amor patrio parlato, c di Giovanni Grossi dello Rosso, clic fu pure acclamatissimo. Ecco quale è il popolo veneziano : mite e rispettoso, quanto assennalo e intraprendente, c soprattutto sempre disposto ad essere e a mantenersi quale fu e si mantenne a lungo : servo al dovere, geloso signore delle proprie libertà. Chiuderemo questo cenno notando tre particolarità, clic meritano d’essere ricordate, e mostrano come veramente 1’orator popolare, 1 u1' terprete dei suoi colleglli, non si lasciasse sfuggire occasione alcuna