I3i r;jli5 senza riserva, da Iii\oli a Governolo. Fantasma di guerra il blocco di Mantova. L quivi incomincian le dolenti note, quivi la catastrofe del dramma, o meglio della farsa da voi giuocala. Indebolite le alture di Spiazzi e della Corona, vette del Monte Baldo, difese di Rivoli; sguarnite d uomini e di cannoni Sommacampagna e Cu-sloza; 1 inimico imprendeva gli assalti; numero, arte, inganno, lutto adoperava, e spuntò la nostra linea, sicché i dodici mila uomini dell’ e-strema sinistra pericolavano esser tagliali. Precipitosa ritirala salvò l’eser-cilo; la linea del Mincio li riparava. A Ponti, 12,000 uomini, artiglierie moltissime difendevano il passaggio; il nemico piantò un ponte, passò il iiume senza ostacolo, e innanzi a cinque migliaia di Tedeschi, i vostri generali spinsero col comando e coll’esempio alla fuga dodici mila Italiani. Allora, spettacolo terribile nelle storie, quella divisione già pria si tremenda e valorosa a Rivoli ed alla Corona, tu sciolta e sbandata sotto le mura di Peschiera. A Volta la brigata di Savoia abbandonò per cenno di Generale la luitissima posizione del paese, lineile gli Austriaci vi giungessero e visi trincierassero, poi fu mandata a riprenderla. Ripresala a prezzo del sanane più nobile e valoroso dell’armata, mentre il Tedesco atterrito slava per esser taglialo in pezzi, fu ordine vostro si ritrassero immediatamente. A Yalleggio, a Goito, a Roverbclla, su tutti i punti convenne allora ritirarsi. Dietro, nessuna linea, nessuna difesa; l’esercito avvilito, sbandato, inseguito. Voi drizzaste a Milano. Milano sola, difesa dai petti cittadini avida resistito a lungo; Garibaldi, Griilini, D’Apice, numerosissimi accorrevano ed armati per tutelarne sacre mura, culla di libertà; le provincie si scuotevano dal primo stupore, si armavano, tumultuavano: voi lo sapevate; e vi ritraeste su Milano per incepparne le difese e consegnarla vilmente in mano de’ suoi nemici. L entusiasmo dei Milanesi, la freddezza dei vostrila vergognosa capitolazione, lo sdegno del popolo, i vostri spergiuri, la vostra fuga son noti. \oi passaste il Ticino; con voi la vostra armata confusa, fremente; dietro voi un miserabilissimo spettacolo: famiglie intiere fuggenti •e case natie. Gente in numero di ogni condizione, d’ogni età, d’ogni sesso, portava nulla altro con sò che la miseria, le lacrime, l’ira e la sete (lella vendetta. — Questi miseri che voi avevate venduti a discrezione al ledesco imprecavano sull’esoso vostro capo la giustizia che il cielo riserba all’Italia libera e rigenerata. D’armistizio fu sottoscritto dopo la tregua dei tre dì: l’armala sco-raggmta, la diffidenza sparsa nei cuori degli Italiani, le forze dell’Àustria esagerate, presi partili incostituzionali. Ma per questo non era più tempii — il ministero quasi liberale però fu abbattuto, ne sostituiste uu tinelli; l’armata proclamò principii assolutisti, gli organi del parlilo Retrogrado presero ansa, ma il popolo illuso nel resto stette fermo nei proprii diritti; voi non trovando il terreno di Kapolh, recedeste sdegnoso e riponeste sul viso livido dall’ira tirannica ancora un cencio di maschera (°slituzionalc! Allora compariste ibrido, sì che gl’ingenui non poterono persuadersi l'oste un traditore, gl’interessati vi propalarono buono e in-