53 6 Novembre. Già altra volta, abbiamo citata con lode la Gazzella di Trieste, la quale ha ora assunto il titolo di Giornale di Trieste, ed è compilato con ¡spirito decisamente italiano. INoi ne daremo un nuovo saggio col riprodurrò per intiero il seguente articolo: DEL PRETESO DIRITTO GERMANICO SULL’ITALIA. Trascorsi dicci secoli, dacché il simulacro dell’impero romano era passato, per opra de’Papi, dalla gente latina alle stirpi germaniche, spc-gnevasi questo finalmente nella straniera monarchia degli Absburgo-Lo-rcna. Quarant’anni dunque trascorsero dacché ogni transalpino dominio cessò d’essere romanoe quindi naturale e legittimo sul terreno e sui popoli situali al di qua dell’Alpi. Le pretese dinastiche dei Lorenesi, non a\endo più radice nella imperiale giurisdizione, riposano anch’esse, necessariamente, sul nudo latto della conquista; cioè sulla lettera morta de’napoleonici trattali, che già dettava, c poi disciolse la spada. Aspirando alla signoria di sè, non aspira, dunque, la nazione italiana ad un fatto lesivo di qualsiasi diritto legittimo; il quale, rispetto ad ossei, non potrebbe, come dicemmo, avere sembianza di realtà all’ in-luori della spenta giurisdizione romana od italica; cioè all’inl'uori del-1 imperiale retaggio, da essa trasmesso alle stirpi germaniche. Ciò posto, chiederem noi con quale giustizia negassero i legislatori tedeschi in Francoforte, il diritto d’indipendenza e l’autonomia all’italiana penisola, la quale, per eguaglianza di sangue e per condizioni etnografiche le meglio spiccate del mondo, va innanzi, e di gran lunga, alla ¡ricomposta e multiforme tedesca nazione? Uso i’alemanno a vedere l'antica signoria dei popoli piegarsi ad un fievole omaggio verso i Barbarossa di Svevia, e gli Ottoni di Baviera, credette egli dolcemente in cuor suo, d averne, per essi, ereditato il dominio; nè havvi forse oggidì modesto rigattiere in Norimberga, o birraio in Monaco, il quale non tenga sè da più del Transteverino, che è stirpe di Romolo. Inietti, se quella gretta vanità non avesse guasto a’cattedranti di Jena e di Gottinga il lume dell’intelletto, non avrebbe» essi travisale sì ^conciamente le ragioni dei pubblico diritto e della storia, da essi altrove insegnale, da vedervi per entro il fondamento, o le tracce d’un alemanno diritto o di una pretesa alemanna sul terreno e suìle genti d'Italia. £ posto eziandio che il mal talento tentati gli avesse a cangiare in diritto d latto vandalico di un’alemanna conquista, la storia, se non la coscienza, doveva pur sorgere, allora, a farli della menzogna avvisati; che su pretta menzogna, e non altrimenti, starebbe la ipotesi d’un’alemanna conquista sulla gente latina. Roma, — e chi noi sa? — non ha obbedito giammai che a leggi latine, da essa dettale : e se tal fiata riuscì al tedesco soldato di tenere il campo al di qua delle Alpi, fu il Ghibellino ‘ Delia, che, pronto alla calala, gliene apriva le gole: fu desso che gli venne spianando le strade di Lombardia: desso che gli salvò tante volte 0 reni incalzate dall’italica spada del Guelfo. No! voi, o Alemanni, non