\ 84 la caduta di una politica guizotiana c quindi di consenso Austriaca per eccellenza; non conoscevasi la giusta commozione del popolo Romano, il suo bellicoso atteggiamento, il fraternizzare della truppa con esso, l'influenza esercitala sullo spirito di quel Pio IX che dovevamo allora appellare con tutti gli altri Pontefici una sventura italiana; non conoscevasi la formazione del nuovo ministero coi principii fondamentali della nazionalità Italiana, guerra dell'Indipendenza una Costituente. Tutto questo, ripetiamo, non si sapeva; e quindi abbenchè avessimo riconosciuto nel progetto di Montanelli gli elementi di un principio unificatore tendente a rannodare ed a stringere le parti smembrate d’Italiae riporre questa terra delle antiche reminiscenze in quel posto che nella bilancia politica a lei si spettava per forza e per civiltà, pur tuttavia non ce ne eravamo potuto fare caldi propugnatori, temendo che non accolla la costituente di Montanelli dagli altri gabinetti italiani, la questione suprema della Indipendenza venisse sagrilìcata a secondarie questioni di (brine che facessero andare perduti i nostri eroici slorzi e conducessero 1 abbonito austriaco ad insediarsi nuovamente in Italia. Per questo siamo industriali a provare che, date le condizioni politiche allor sussistenti, dovesse pensarsi col Redattore dell’ Opinione a discutere il principio da lui pel primo spiegato. Noi non intendevamo per alcun modo farci oppositori ali elemento democratico che inspira i sagrifizii di questa Venezia, e non credevamo neppure di urtare la pubblica opinione fermandoci su quell argomento, dacché la Gazzetta Ufficiale ci avea provenuto col riportare senza commento, come abbiamo notato, V articolo del Giovini. Gli avvenimenti di Roma cambiarono aspetto alla cosa. La Costituente Italiana, ora che può aver vita perchè un altro Governo darà la mano al Toscano, comincia ad allontanare da sé quegli ostacoli che alla nostra veduta erano opponenti per sostenerla. Le sorli di tutta Italia potranno dunque essere decise dagli slessi italiani; e dietro l’impulso ora dato, non esitiamo ad esternare la più viva fiducia che tutti gli altri gabinetti d Italia imitino quello di Roma, o che i popoli li sforzino ad imitarlo. Il regno dell’Alta Italia fu da noi sostenuto, vittime lo dicemmo altra volta e lo ripetiamo, degli inganni che tanti altri travolsero; ma le nostre parole hanno sempre spirato indipendenza e libertà; noi abbiamo predicato ¡sempre la guerra per ottenere la prima che ci fosse preludio dell'altra. Il bene del nostro paese fu l’unica nostra mira; ad esso abbiamo eonsecrato e consecreremo sempre le nostre colonne. Se i mezzi fallirono all’intenzione, non è nostra la colpa.