m più fantastica delle storie fantastiche, la suprema benignità del governo austriaco. La conlutazione di questi sofismi è riposta in latti conosciutissimi. Ma essi sono dispersi in una infinità di documenti antichi e moderni : il pubblico non può avere agevolmente alla mano l’apparato della confutazione, e bene adoperò perciò il sig. Granville, fornendoci i detti materiali in una forma conveniente all’occasione. Slòrzansi di persuadere che l’Austria, oltre la possessione per la forza, abbia qualche specie di dritto sull’Italia superiore; che la famiglia dell’imperatore abbia un titolo ereditario, un titolo morale acquistato con un’amministrazione benefica, con qualche stipulazione in trattati che leghi gl’italiani, brevemente, qualche cosa di superiore ai dritti che si acquistano colla spada. Questa pretesa non regge all’esame, e ninno infatti vi crede; ma una franca asserzione e l’addurre date c nomi proprii, che non si leggono comunemente ne’giornali, riducono al silenzio gl’indolenti politici, che non sono disposti a far un corso di studii dalle cronache dello Struve e del Muratori fino alle storie del Botta e del Cove, o i documenti moderni. Se ne eccettuiamo la possessione violenta, l’Austria può appena metter in campo un pretesto, una pretesa sui terrilorii della Lombardia e della Venezia. Non sappiamo infatti se sia maggiore la sua sfacciataggine nell’addurre queste pretese e la facilità della loro confutazione, cui fornisce ogni passo della storia. Di tutte le finzioni, la più stravagante è il titolo ereditario. Lord Brougham afferma che » l’imperator d’Austria tenne la Lombardia sin dalla morte di Carlo V «; lord Aberdeen e il sig. Disraeli parlano della Lombardia come stata sotto il dominio dell’Austria per tre secoli. In verità queste pretese vaganti nelle menti degli statisti inglesi si sarebbero potute far risalire fino al secolo Vili, quando il figlio di re Pipino, celebre nei racconti delie fate, fondò » l’impero d’Occidente «; che l’idea della possessione della Lombardia ha origine nelle mistiche tradizioni dei tempi barbari. Quando Carlo Magno, in quelle conquiste che ricominciarono la consolidazione dell’ Europa, si cinse la corona di ferro, la Lombardia formava un centro conveniente tra il suo patrocinio del papa e le sue pretese imperiali nella Germania: c nelle età successive, quando gl’imperatori rconoscevano il loro titolo da una successione da Carlo, la pretesa sul regnuin proprium imperatoris giovava non solo a tener aperto l’accesso in Italia, ma altresì ad attestare la qualificazione per la dignità imperatoria. Tuttavia fra i molti territorii che vennero in possessione del potentato austriaco, ninno fu tenuto così precariamente come la Lombardia. Essa non formava parte dello scarso e disperso patrimonio della casa di Absburgo, quando Rodolfo primo, fondatore dell’impero austriaco, fu innalzato alla dignità imperiale, primo della sua famiglia e il primo altresì che per potenza d’ingegno e di carattere potesse dare a quel vano titolo un po’ di sostanza. Ma in nessun tempo, per quanto consultiate la storia, vedrete che egli abbia occupata 1® Lombardia con un titolo bene stabilito. Nè il caso è migliore, se parliamo soltanto degli ultimi tra secoli. Gli scambievoli raggiri di Massimiliano e Carlo XII per torsi la Lombardia l’uno all’altro, erano stali sventati dallo Sforza. Massimiliano fondava la sua pretesa sul suo mairi-