58 » credila quella avuta ieri d’ un molo insurrezionale nelle valli Camonica » e Soriana. « » Lettere di Desenzano recano, che di colà s'udiva il rombar del » cannone dalle parti del Tirolo. Potrebbe darsi che l’ insurrezione delle » valli bergamasche si fosse estesa sino al Tonale sul lembo del Tirolo. « » Siamo assicurali da più parti che da Milano s’inviano truppe verso Como c Lecco; a Lecco pure è già incominciata l’insurrezione. « » Altre notizie degnissime di fede annunciano, che la valle Intelvi e la valle Porlezza sono sgombre dal nemico, che gP insorgenti colà si fortificano : che tutta la Valtellina è in moto, e che Ghiavenna si va af* forzando contro ogni assalto; che nelle valli bergamasche il moto si propaga da tutte parti. « » A Palazzago e dintorni vi sono ancora un 600 dei nostri soldati, per la maggior parte disertati dai reggimenti austriaci. Contro di essi furono mandati 800 soldati tra Croati e cacciatori, ma tornarono indietro con la peggio, cioè con 4- o 5 morti; 12 o 15 feriti, tra i quali il colonnello dei cacciatori; e giacché videro che era impossibile snidarli dalle situazioni occupate, li abbandonarono e solo hanno posto un corpo d’osservazione di 200 uomini a Pontida (sulla via di Lecco a Bergamo). « Io vi porgo un dilemma da cui non si sfugge; 0 l’insurrezione lombarda cresce, e s’impadronisce della Lombardia; ovvero sarà soffocata nel sangue. Nel primo caso, voi sapete che l’unione è finita, che altri principii saranno consacrati dalla rivoluzione. Nel secondo caso, che Cosa diranno i popoli che vedranno spegnere l’indipendenza senza che il Piemonte si muova? diranno: erano repubblicani, ed il Piemonte gli ha lasciali sacrificare. Allora si dirà quella infame parola^ che io non voglio ripetere; e anche da quella parola, scaturiranno immensi pericoli.- Conchiudo che l’unico mezzo che abbiamo noi di coglier frutto dall’insurrezione lombarda, si è quello di appoggiarla colle armi. Pinelli: I fatti di cui si parlò finora non bastano a stabilire che l’opportunità sia venuta. Bisogna anche vedere se l’esercito nostro si trovi forte abbastanza. II ministero non vuol fare una guerra temeraria. Esso si prepara energicamente alla guerra, e lealmente indaga 1’ opportunità. Esso cerca soltanto di accertarsi della verità e della gravità delle circostanze presenti. Anzi il ministero sarà grato ai deputati od a quegli altri che gli forniranno notizie, (Silenzio profondo.) Valerio dichiara che deporrà nelle mani del ministero le lettere avute da quelle parti di Lombardia, dov’è nata l’insurrezione. Nè meno importante fu la successiva sessione del 50, in cui il ministro dell’interno parlò de’falli di Genova, conchiudendo con le seguenti parole; » Mentre noi stiamo, egli dice, contando i giorni per ritentare le sorti della guerra (segni di diffidenza), le passioni sorgono nei varii paesi. Non è possibile cacciare il nemico esterno, mentre abbiamo i nemici in casa. Noi speriamo che queste parole, dette alla ringhiera del Parlamento saranno udite da lutti, ed i Lombardi e gli altri esuli, che sono fra noi, comprenderanno che essi hanno il loro dovere a compiere: i tumulti, mossi da alcuni di essi in Genova, ci obbligherebbero a tenere una forza in quella città, che bisognerebbe impiegare alle frontiere. « Qui