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giore provenne però all’Austria, la quale non solo iniziò la sua espansione economica in Albania, ma dall’altra sponda ci fa una formidabile concorrenza sull’Adriatico (').
  Da un pezzo adunque si sente bisogno in Italia della suaccennata linea; e ricorderò anzi che nel convegno tenutosi in Roma il 17 maggio 1914 per iniziativa del Presidente della Camera di Commercio di Venezia, nel quale erano rappresentate quella città, Ancona e Bari, fri deciso anzitutto di costituire un Comitato a larga base, che propugnasse gli interessi comuni a tutti i porti italiani dell’Adriatico; indi fu data adesione al voto proposto dalla Camera di Commercio di Milano in seno alla Unione nazionale delle Camere di Commercio, per una linea ferroviaria Danubio-Adriatico (2).
   (r) Chi desideri conoscere dati recentissimi sul commercio marittimo dell’altra sponda non ha che da leggere un articolo di Gino Albi nel n. 1 della Lega navale del 1915.
   (2)	Ecco l’Ordine del giorno votato: «L’Unione delle Camere di Commercio e Industria richiama l’attenzione del Governo sui mutamenti che per la nuova situazione politica dei paesi della penisola balcanica si verificheranno nelle loro condizioni economiche e nelle loro relazioni commerciali con gli stati europei ; e convinta che condizione prima per un maggiore sviluppo dei traffici fra questi paesi e l'Italia sia la pronta attuazione d’una linea ferroviaria Danubió-Adriatico, che permetta di fronteggiare le più favorevoli condizioni di trasporto, di cui fruiscono gli stati del nord e del nord-est europeo; fa voti al Governo perchè promuova una sollecita conclusione fra Serbia ed Albania sulla decisione della conferenza di Londra