391 La provvidenza ci condusse in qucsl.1 città di Gaeta, ove trovandoci nella nostra piena libertà furono da noi contro i suddetti violenti allentati solennemente ripetute le proteste, che in Roma stessa fin da principio avevamo già l'alto innanzi ai rappresentanti presso di noi accreditati dalle corti d’Europa c di altre lontane nazioni. Nello stesso atto non tralasciammo di dare temporaneamente ai Nostri Stati una legittima rappresentanza governativa, senza derogare alle istituzioni da noi fatte, affinchè nella capitale, e nello Stalo rimanesse provveduto al regolare ordinario andamento dei pubblici affari, alla tutela delle persone e delle proprietà dei nostri sudditi. Fu da noi altresì prorogala la sessione dell’alto Consiglio, c del Consiglio dei deputati, i quali erano stali recentemente chiamati a riprendere le interrotte sedute. Ma queste nostre determinazioni lungi dal far rientrare nella via del dovere i perturbatori, e autori delle predette sacrileghe violenze, gli hanno anzi spinti ad attentati maggiori, arrogandosi quei sovrani diritti ciie a noi solo appartengono con avere essi nella capitale istituita per mezzo di due Consigli una illegittima rappresentanza governativa sotto il titolo di provvisoria c suprema Giunta di Stato, e pubblicalo ciò con allo del 12 di questo mese. Le obbligazioni indeclinabili della nostra sovranità, ed i giuramenti solenni con cui abbiamo al cospetto del Signore promesso di conservare il patrimonio della Santa Sede, e trasmetterlo integro ai nostri successori, ci costringono a levare alto la voce ed a protestare avanti a Dio ed in faccia di lutto il mondo contro questo cotanto grave e sacrilego attentato. Dichiariamo pertanto nulli, di nessun vigore e di nessuna legalità tutti gli atti emanati in seguito delle inferiteci violenze, ripetendo altresì che quella Giunta di Stato instituila in Roma non è altro che una occupazione dei nostri sovrani poteri, e che la medesima non ha, nè può avere in verun modo alcuna autorità. Sappiano quindi tutti i nostri sudditi di qualunque grado e condizione, che in Roma c in lutto lo Stato pontificio non \i è, nè può esservi alcun potere legittimo che non derivi espressamente da noi; e che avendo noi col predetto sovrano molo-proprio del 27 novembre istituita una temporanea commissione governativa, a questa sola esclusivamente appartiene il reggimento della cosa pubblica durante la nostra assenza, finché non venga diversamente da noi disposto. Datimi Cajelae die XVIL Dccembris 1848. P1US PAPA NONUS. Questa nuova protesta del Papa appena conosciuta dal popolo venne immediatamente da questo per tutto lacerala. 1 consigli legislativi si trovano ora quasi in dissoluzione ed è probabile che vadano affatto a disciogliersi. v La giunta di stalo ed il ministero si sono riuniti per prendere delle energiche deliberazioni tanto per mantenere l’ordine pubblico, quanto per dare alla cosa pubblica quella forma che può esser richiesta dall’attualità delle circostanze e dal carattere spiegato dal Pontefice.