4 84 poi a prezzo del sangue Ino e de’tuoi nemici. Conserva il dono preziosissimo della Fede; ma ricorda ad un tempo, la distinzione dei poteri essere primo fondamento di libertà, e dove non è libertà, non essere nè io, ne religione, nè umanità; perchè l’uomo è creatura essenzialmente libera; perchè la religion nostra è essenzialmente liberale, perchè in conseguenza di ciò Iddio non ha voluto essere adorato dalle bestie, che sono creature essenzialmente schiave. Bada non lasciarti nè diminuire, nè alterare la bella e grande vittoria, eh’esser dee seme, il quale a tutti i tuoi fratelli italiani /rutti libertà e segnerà l’epoca vera della mia risurrezione. Non lasciarti più mai accalappiare dalla fraudolenta generazione degli scribi e farisei, /'rateili carnali di coloro che per piacere a Cesare consigliarono gli Ebrei a barattare con Barabba, e sforzarono Pilato a ciociliggere il Cristo, il Cristo che li chiamava progenie di vipere. Questi, non meno iniqui e più infami, con protocolli, cannoni e forche, cro-[ ^t/oiio le, o mio popolo, e la Chiesa di Dio convertono in spelonca di ladroni, ed ambo vendono ai despoti senza prezzo, per compiacere non ad altri che a sè. Vendetta, o mio popolo, di costoro, di lor consorti e satelliti! Io li consacro alla tua giustizia e li raccomando alla punta del tuo pugnale. E voi, o Italiani, volgetevi a Roma, volgetevi alla città sola metropoli del mondo cristiano e la più antica ed illustre capitale del mondo civile. I popoli di ogni gente e fede, hanno templi e città nell’amore e venerazione dei quali attingono concordia e vigore. Ogni giorno il Musulmano volge lo sguardo alla Mecca, culla del suo profeta; ogni giorno il tiglio portentoso d Israello sospira alla indimenticata Gerusalemme che ei pone al sommo d’ogni sua allegrezza. Ed ecco, io presento a voi o Italiani miei figli, la città eterna; dalla quale tre volte è uscita la luce dell universo, tre volte surta la salute vostra; che fu regina di nazioni e legislatrice di popoli, la città santa, tabernacolo del Dio vero, tomba degli Apostoli, sepolcro dei Martiri, sedia del Vicario di Cristo e del Successore di S. Pietro; la città che al cospetto degli uomini e di Dio è sola degna di essere metropoli dell’universo; sola per la quale, io, Italia, madre vostra comune, anche nei giorni della schiavitù non fui destituita di ogni grandezza; che nel suo grembo chiude il Vaticano e il Campidoglio, Roma; Roma, nome d’inne/fabile grandezza, che i nemici nostri paventano, siccome quello che solo ha la magica virtù di racco-glieic le mie membra sparse, ond essi fanno ogni prova di cancellare alla mente vostra ed abolire dal vostro cuore, o Italiani, coll’egoismo dell interesse, delle ambizioni e dei municipii, questo nome stupendo e formidabile, Roma. Prostriamoci, o miei figli, dinanzi a questa primogenita della mia gloria e grandezza e che superò sola ed unica tutta quanta la mia gloria e grandezza, dinanzi a questa sola e vera unta del Signore e coronata dagli uomini. Io madre vostra mi prostrerò dinanzi a voi. 0 Roma! tu sei la mia città prediletta, nella quale mi sono grandemente compiaciuta. Imperochè tu sola fosti la mia potenza, tu sola sei la mia speranza. 0 Roma! inchina il sacro tuo sguardo sulla tua madre afflitta e sovra i tuoi fratelli desolati. Tu che lo puoi sola, consolami e salvali. Venezia, Genova, Milano, Firenze, Napoli, Palermo, Bologna, e voi