4G0 perchè usa del primo, del più inviolabile dei suoi diritti, quello della sua sovranità. La bolla dell’ospite di Gaeta affìssa in Roma, destò l’indignazione di tutti. Lo sappia Mastai-Ferretti. 11 seme di discordia e d’ira fraterna che egli ha tentato di spargere non diè frutto che di unione e di amore. L’appello indiretto ai pregiudizi! valse a distruggerli tulli; il male fruttò il bene: e questa bulla resterà monumento eterno della ferma coscienza di un popolo, rimprovero eterno a quella mostruosa unione di principe e sacerdote che falsa col carattere dell’uno il carattere sacro dell’altro. Noi commentiamo ora quest’alto supremo di improvvida ambizione nel regnante, di meschina compiacenza nel sacerdote, che tenta invano di palliarla col suo manto inviolabile. Noi non accettiamo questo allo come un atto religioso, ma solo come un alto politico; perocché noi non neghiamo al sacerdote il diritto di scomunicare quelli ch’ei chiama ribelli del principe, (piando il principe e il sacerdote sono uniti in uno stesso uomo col mostruoso connubio di giudice e di querelante. La scomunica per conservare la sua autorità suprema, onnipotente, una, non dev’essere nè legata, nè inspirata da passioni egoiste e terrene, dev’essere infine la parola di Dio offeso nella sua verità, non la parola dell’ uomo violalo ne’suoi privilegii e ne’suoi mondani poteri. Adoperando la solila parola, Farine ormai usala dal dispotismo, condanna la demagogica anarchia, i forsennati, felloni, tiranni, che diressero le pubbliche cose di Roma; dimenticando che essi non sono rei se non d’aver raccolto nelle lor mani le redini dello Stalo, quando Egli, a cui erano affidate da Dio e dal popolo, le aveva abbandonale a chi se le volea prendere, per ricoverarsi tra le schiere dell’apostata alla patria del nemico d'Italia; dimenticando ch’essi non son rei se non d’aver troppo a lungo tentata la via della conciliazione e della pace, menlr’Egli, ministro di pace, baldanzosamente rompeva ogni accordo, e con aperte parole domandava la guerra. Egli condanna la passata e la presente anarchia de’suoi Stali, c lanciando una parola terribile, che avrebbe dovuto separare i suoi popoli in due partiti, tenta di preparare ad essi le angoscie e gli orrori della guerra civile. — Poi al popolo suo impone catene e giogo, uccide la volontà e le speranze, e gli minaccia, se non si farà suicida, se non si spegnerà da sè medesimo il diluito di sovranità, eterno come il popolo; gli minaccia la punizione del cielo e i terrori della scomunica, e alle sue minacele di principe, il sacerdote trova nella questione del suo temporale dominio appoggio bugiardo e falso nei decreti di altri re-papi e del concilio di Trento, come se l’antica data dell’errore valesse a sancirlo, e a legittimarlo per verità. La mano di Mastai-Ferretti si alzò due volte sole, una per benedire, l’altra per maledire. Benedì un bombardatone di popoli, e i suoi satelliti istrumenli di tirannide bruta; e maledì il popolo suo. Nè Luna nè l’altra era parola di Dio. Coraggio, popolo romano! fede vera, amor vero di patria, coscienza e volontà; e Dio sarà con voi. Il Pontefice, liberalo un giorno dalla sua prigionia, rinnegherà il suo errore, figlio della sua debolezza, e di prc-