541 Piemonte non poteva fare da se, nò F Italia tutta., se il Piemonte non ne voleva un sincero concorso, e non faceva prima di lutto italiana la sua bandiera, perchè tutti vi si mettessero sotto gF Italiani. Noi non muderemo adesso gli errori passati, avendone commessi ciascuno la sua parte e volendo la prudenza e la carità fraterna che un’amnistia generale copra ogni fallo del 1848. Ma ormai procediamo innanzi nel 1849; ormai ci avviciniamo ad una crisi tremenda, la quale deve decidere, non solo della nazionalità e dell’indipendenza italiana, non del regno dell’Alta Italia, ma dell’esistenza vostra, o Piemontesi. L'Austria, che dice di volersi conservare in Italia, non può sperarlo mai, finché \oi avete un esercito, finché Venezia ed il Piemonte riboccano di Veneti e Lombardi esuli ed armati, finché la stampa, finché la libertà esisteranno in una parte qualunque della penisola. Se voi non andate a cercare il nemico, verrà esso a cercare voi quando gli avrete lascialo sottomettere anche l’Ungheria, che sola adesso gli resiste. Ebbene, che cosa fate voi, dinanzi a questo imminente pericolo? Voi quistionate sulla parucca e sulla coda più o meno lunga dei vostri marchesi e baroni, voi v’occupate, infelici, del regno dell’Alta Italia, voi disputate sulla mediazione che non ebbe mai principio e che non avrà «nai fine, fate collette per la qran mendica, alla quale un grido solo di guerra varrebbe il soccorso di milioni di lire, e registrate il martino di que’vostri fratelli, che avrebbero colto gli austriaci a sassaie, se un esercito vostro, sussidialo da tulle le forze italiane, che rimangono, fòsse comparso ad un’ultima lolla. Di guerra, per dir vero, voi ci parlate ogni giorno: ma questa c ormai una beffa troppo crudele, troppo indegna d’ una Nazione, cae vuole ricrearsi. Se non possiamo salvarci, non ci disonoriamo almeno; e terminiamo una volta questo eroismo da commedia. Che aspettate voi, se volete sinceramente la guerra? Forse che l’Austria abbia per solo nemico l’Italia? Ch’essa vi abbia rapito l’ultimo quattrino, l’ultimo uomo? Che sicno passate tutte le occasioni favorevoli per noi, e sieno tornate per lei? Pensate, che voi avete un obbligo sacrosanto verso di noi della Lombardia e Venezia; che voi ci avete assicurati della vittoria; che quasi sdegnaste il nostro aiuto, l’aiuto d’un popolo, che pure avea saputo inerme cacciare i Tedeschi. Se voi ci aveste negato il vostro concorso, Milano e Venezia non avrebbero meno seguitato nella lolla; forse abbandonate a se medesime avrebbero vinto colla disperazione e coll’ entusiasmo primitivo. Voi veniste come liberatori; liberateci. Tornate a combattere; domandateci le vite e le sostanze nostre, ma sia vinta una volta la causa d’Italia. Dopo saremo tutto quello che voi vorrete, che l’Italia vorrà. Ma intanto vincete, o rinunziato per sempre ni nome italiano ed alla pretesa di rappresentare l’Italia armata; confessate alta faccia del mondo la vostra impotenza. Per noi non vale, che un ministero piemontese sia democratico, od eccellentissimo : noi riterremo per non italiano qualunque governo di quella o di qualunque altra provincia d’Italia, che non rompa, senza ulteriori delusioni, l’ultima guerra all’Austria. Da temporeggiare non c’è più tempo. IÌ non combattere per noie maggiore sconfitta assai, che se' combattendo pendessimo. Caduti nella lotta fortemente so-