HO e supreme, in cui versa oggidì la noslra pairia, ci consigliavano di dirvi intiera e nuda la verità, quale la sentiamo dentro la nostra coscienza, anco a rischio di venirne severamente giudicati da voi. Alla prima considerazione anteponemmo la seconda; e le nostre parole, lascialo addietro ogni altro rispetto, vi diranno qual convinzione sia entrala in noi considerando da un Iato le condizioni e le necessità della patria, dall’altro i mezzi ordinati a salvarla. Avemmo comunicazioni intorno allo stato dell’esercito, delle nostre 1 dazioni colle altre potenze, dell’interno, delle finanze. Quanto all’arcano della mediazione, dal quale pende non solo il nostro destino, ma anche il vero giudicio a farsi del presente ministero, a quell'arcano non fu tolto il suggello neppure davanti a noi. Io non entrerò a narrarvi i falli, che dai varii ministri ci furono esposti; sapete che a ciò si oppone la qualità del nostro mandalo, il quale propriamente è di riferire a voi le conseguenze, che dalla cognizione de’falli medesimi abbiamo dedotto. E questo faremo con quella schiettezza che è propria dell’indole nostra, c che si debbe alla fiducia, della quale ci avete onorati. Primamente, la Commissione si occupò di ben diflìnire quali fossero i limili del suo mandato. Doveva essa semplicemente giudicare se il ministero avesse a buon drillo finora sostenuto davanti alla Camera che l’opportunità della guerra non è per anco venuta? oppure, spingendosi piu oltre, doveva presentarsi a voi per dirvi il suo parere sulla politica del gabinetto? Le era presente alla memoria avere essa avuto origine da un inchiesta del deputalo Gioia, colla quale si codiava il governo a ripigliare la.guerra, il che pareva definire il suo uffizio nel primo dc’due modi accennali : se non che difficile poteva riuscire, attesa la somma delicatezza di questa materia, il dare sopra di ciò pubblicamente un giudizio, senza incorrere in qualche grave pericolo, e uscire di quella riserva, che era imposta alfa Commissione. Anche è mestieri notare che, qualora la sua sentenza fosse unicamen'e caduta sull’opportunità della guerra, poteva avvenire il caso che alla maggior parte della Commissione non fosse lecito volare nè prò nè contro senza mentire e nell’uno e nelEnllro modo alla propria coscienza. Di più, considerando che l’opporlunilà propriamente non consta soltanto di quegli elementi estrinseci, die dipendono da Dio c dalla fortuna, ma ancora di quegli altri clic stanno nelle mani del governo e ciré sua cura di apparecchiare: e lenendo per fermo che sopra questi, come meu noti, anziché sopra quegli altri notissimi a tulli, eravamo chiamali a pronunziare, ci tornava impossibile giudicare dell'opportunità, senza involgere in un medesimo giudicio quello clic il ministero avesse fallo per promuoverla, c all uopo utilmente ailerrarla, che è quanto dire la sua politica. E in questo modo s interpretò dalla maggioranza della Commissione il proprio mandato. Poiché la discussione In condotta a questo punto, la raunanza si divise in diversi e contrari! pareri. Fedele narratore di ciò che fu in essa ragionato c conchiuso, io vi esporrò con eguale schiettezza così 1’ opinione della maggioranza come quella della minoranza, c le conclusioni dall una e dall altra propugnale. Comincierò dalla minoranza, la quale iu di sei contro otto (\\ generale Durando era assente,).