187 0 fratello, ti prostra : a tc disdoro Se riguardando a questa urna non sai Trar pel core tuo debile ristoro A rinfrancarti ne’futuri guai. Oh gran sangue dev’martiri ! più bella Per te risorga Libertà’, despilto Del vile che febbril sogno ti appella; Perocché nel divin libro sta scritto, E da quel libro alcun non lo cancella, La iibcrludc è degli umani un dritto! Il dì 17 novembre 1848. (DI LODOVICO PIZZO.) 26 Novembre. PARLAMENTO PIEMONTESE. CAMERA DEI DEPUTATI — Sessione del 16 novembre. L’ordine del giorno portava lo sviluppamenlo di due proposizioni di leggi del deputato Brunici'. La prima tende a far abrogare le disposizioni del Codice chile, che escludono le sorelle dalle successioni ab intestato3 e ad ottenere ad esse eguaglianza di diri Ili coi fratelli. Gli oratori del-1 opposizione difendono questo principio d’eguaglianza, ed insistono perchè venga prontamente sancito. I ministeriali non combattono la giustizia di questa legge, ma, teneri come sono dell’opportunitàj trovano per ora inopportuno di validarla; essi vorrebbero aspettare allorquando si dovrà rivedere complessivamente l’intiera legislazione; sostengono poi doversi attendere a fare questa revisione fin quando sarà compiuta in fatto la fusione delle varie provincie. La fusione questa volta è venula a proposito ai ministeriali. Però alcuni di essi, clic dovettero ricordare questo grand’atto, si limitarono a parlare dell’unione al Piemonte di Parma e della Lombardia. Il che era chiaramente incostituzionale, ed era quindi debito del presidente di ammonirne quegli oratori. Ma la Camera era preseduta dal sig. Demarchi, il quale non ¡stimò forse ciò opportuno, ed invece credette suo debito di notare al deputato Meliamo che era sorto a protestare contro l’incostituzionalità di quelle parole, che esso era fuori della quislione. Ma noi ripetiamo col deputato dell’estrema sinistra che si è sempre nella quislione, quando si difendono le costituzionali guarentigie. L’altra proposizione di legge del deputalo Brunier tendeva a far ces-sai>c un retaggio dell’antico regime, che con enormi balzelli sull’introdu-Z|°ne dei giornali stranieri viene indirettamente a stabilirne, contro il disilo comune, la proibizione. Quindi, invece delle enormi tasse, ora esistenti, che ne duplicano e talora triplicano il prezzo, esso vorrebbe fossero tassali tutti indistintamente in ragione del sesto sul loro originalo valore. Tanta è l’enormità di questa vieta disposizione, tanto palese fine che la dettava, tanto è contraria ai principii che ci devono regge-l(\ che indistintamente gli oratori dell’ima o dell’altra parte furono una->nmi nell’appoggiare la proposta legge.