112 Ir’ADRIATICO più offendendo la suscettibilità del popolo latino. Aggiungasi anche una ragione d’indole economica. Il dominio d’Antonio in Oriente avea separato l’Italia dalle contrade a ponente dell’Adriatico, spezzato in parte i legami che avvincevano Roma alla Grecia, all’Asia e alle terre del Nilo, facendo dell’Egitto il perno dei traffici mediterranei, di cui la nostra Penisola era stata, per la sua invidiabile posizione, la guida. Il centro della maggiore attività spostavasi adunque da Roma ad Alessandria e per due dei nostri mari, l’Adriatico e l’ionio, decadeva la funzione ch’essi aveano assunto con l’espansione latina verso Levante, di indicare cioè alla navigazione italica la via dell’Oriente, la conquista dei grandi mercati ellenici a tutto vantaggio di Roma. Iye stoltezze della politica antoniana costituivano perciò un motivo più che sufficiente perchè Roma la rompesse con la corte di Cleopatra, onde ridare al popolo latino non soltanto la supremazia civile ma l’indipendenza economica dall’Egitto e la riconquista commerciale del Levante. La lotta era imminente. Nel 32 a. C. Antonio, cosciente della forza che gli offrivano le ricchezze d’Oriente e la possanza d’un naviglio di 500 legni, giunge nell’ionio, dove, gettata l’àncora a Corcira (Corfù) e schierate le milizie di terra sulla riva opposta all’Italia, chiude il rivale nell’Adriatico. E siccome nel frattempo l’erede di Cesare, pur disponendo di mezzi inferiori, si era conveniente-