LA CINTA DI CANEA 445 tite distruggere gli avanzi del revellino davanti alla porta della Sabbionara, compiere la porta Retimiotta(2) — di cui erano fatti soltanto gli archi principali (3) restaurare il cavaliere Landò, di bel nuovo fesso causa le pioggie (1), nonché quello di S. Lucia(5); oltre ad altri lavori, che venivano mano a mano compiuti, per merito specialmente del governatore di Canea, Giambattista Pol- cemgo (6) Tiravano avanti cosi fino al tempo che il \ an Wert, mandato a visitale le fortezze cretesi, nel 1639 trovava necessario alla Canea di alzaie i muli qua e là, di continuare il murello della ronda, di regolare i terrapieni, di “ murar et terrapienar afatto le malissime intese piazze basse ne fianchi de belloardi „, di fortificar le due porte ed ostruire il portello0’. Per cui, successo al piovveditore Iseppo Civran, che non avea trovato i mezzi per occuparsene(M, fi provveditore Michele Priuli, costui ordinava che i ripari venissero tosto eseguiti(9), sotto la direzione dell’ingegnere Pietro Leoni di Treviso0 ’. Che se nella sua relazione del 1644 Marco Giustinian, provveditore di Canea, tornava a proporre grandi riforme, specialmente del revellino del porto, che egli avrebbe voluto ridurre a cittadella, distruggendo il convento di S. Salvatore (u), il provveditor generale Andrea Corner era troppo saggio da impegnarsi in quei tristi momenti in lavori di tale importanza, che esigevano una spesa di 60 mila ducati e per i quali mancavano affatto le persone capaci di attuarli ; e si attenne modestamente ai ripari più necessari per il momento \ quali il restauro dei parapetti e dei cavalieri ed il compimento dei murelli di (,) Terrapienate le piazze ed i loro androni ed ostruite cosi le sortite, l’ingegnere Gian Antonio da Montevarchi proponeva, in caso di bisogno, di costituire dei passaggi alla fossa per mezzo di ponti mobili tra il fianco e la fossa medesima (Manoscritto alla Biblioteca civica di Bassano : 79. E. 4699). (2) « Non si transita per essa — dice il provveditore di Canea Gerolamo Contarini —, perchè non vi è il suo ponte, ma si entra ed esce per una porla da basso, iagliata nel terrapieno, che sla molto male. Però donerebbe esser serata, tornato il terrapieno in pristino, far il ponte daìl'una parte all'altra della fossa, il ponte levador, et alla controscarpa far di restelli ordinari » (V. A. S. : Dispacci dei rettori da Candia : 23 agosto 1615). (3) Ibidem. — Cf. successiva deliberazione del Senato, del 10 ottobre 1615, in Senato Secreti, CV, 163. /4) y a. S. : Dispacci dei rettori da Candia : S gennaio 1616. (r>) Ibidem: 19 marzo 1616. — Cf. pure i pareri del generale Pietro Bondumier, del provveditor della Canea Gerolamo Contarini e dello Spilimbergo in Dispacci dei prov. da Candia : 13 maggio e 8 giugno 1616. (c) V. A. S. : Dispacci dei rettori da Candia: 19 marzo e 17 luglio 1616 - Dispacci dei prov. da Candia: 22 maggio 1620 e 7 ottobre 1627. p) V. A. S. : Senato Rettori, filza XV, incarto 29 ottobre 1641. (8) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 27 agosto 1639. (9) Ibidem: 13 maggio 1642 e 1 gennaio 1643. (1°) V. A. S. : Relazioni, LXXX1II (Relazione di Marco Giustinian, provveditore di Canea). — Si veda la sua licenza di rimpatrio, in Senato Mar, CII, 190*. (H) Vedi nota precedente. (ls) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 8 luglio 1644. 56