LA FORTEZZA DI GRAHUSA 615 zione dell’Orsini impedirono che i lavori venissero tosto iniziati. Fu però dato ordine che partissero alla volta di Grabusa due navili con legnami, due galere per preparare calcine ed il governatore Raspolli per approntare il materiale necessario alla fabbrica del “ maschio Il 21 febbraio il Grimani tornava a scrivere a Venezia di voler partire fra due giorni “ per dar principio alla nova fortezza, in quel modo e forma che sarà consegliata da esso signor Latino ,,(2). Ed il 27 di quel mese finalmente approdavano a Grabusa. Per merito del Rasponi, trovarono pronte già pietre e calcine in abbondanza, e costruiti gli alloggiamenti ; a loro disposizione stavano gli angarici dei paesi vicini e quattro galee del capitano della guardia Filippo Pasqualigo ; soffrivano penuria soltanto di legnami e di ferramenta. Intendevano di collocare hP'prima pietra la domenica seguente, cioè il primo giorno deiranno, more veneto(3). L’Orsini intanto preparò il disegno. Deciso di fortificare la parte più elevata dello scoglio, quel dirupo, cioè, alto una settantina di passi sul livello del mare, situato nel tratto occidentale dell’ isolotto, abbandonò ben presto 1’ idea di costruire un semplice maschio, per abbracciare più vasto concetto. La fortezza avrebbe assunto forma triangolare — di 180 passi di lunghezza e 95 di larghezza — ; ma essendo un lato formato dal ciglio del dirupo strapiombante in mare, solo i rimanenti due lati doveansi fortificare per mezzo di un recinto intercalato di punte, piattaforme, speroni e cavalieri. — L’ interno della fortezza era di bel nuovo riservato alla chiesa, ai quartieri ed alle case dei magistrati, agli spedali, ai magazzini, ai molini, ai depositi, alle cisterne ed ai pozzi. Di tutto ciò dava informazione a Venezia Alvise Grimani il 16 marzo ; aggiungendo che alla fortezza lavoravano già 100 muratori, 100 spezzamonti, 300 angarici(4) e 400 galeotti (5) ; e che 1’ Orsini si occupava di quei lavori “ dalla mattina dell’alba fino alla sera, sempre assistente sull’opera, comandando, et di sua mano propria come ingegnerò et quasi protto tirando le linee et mettendo alla via le maestranze : et molte volte, per dar animo ad altri, porta lui medesimo in persona le pietre ,,(6). Filippo Pasqualigo poi, il capitano (’) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 22 gennaio 1584. (*) Ibidem: 21 febbraio 1584. (3) Ibidem : 27 febbraio 1584. (4) Ai lavori della fortezza furono chiamati soltanto gli angarici renitenti, ingiungendo loro per pena di servire due settimane anziché una sola. Nella seconda settimana però il provveditore fece distribuire loro tre gaiette al giorno invece di una (Ibidem: 25 maggio 1584). (5) Ibidem: 16 marzo 1584. ((ì) Ibidem: 20 marzo 1584.