.^10 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA di loro, ha volesto minar el fato, et parte ha volesto dar opera altrui, per non seguir la prima : sì che tal inconveniente è stalo causa che fu butà via gran summa de danari et siamo rimasti aperti d’ogni banda; però devotissimamente supplicamo Vostra Serenità se degni mandarne duo ingegneri de la fa-brica a li quali Vostra Sublimità se degni consegnare el modelo che parerà a Vostra Serenità sia il meglio a la sicurtà nostra, et quello principiar, perseverar, et finir la fabrica de esso, nè altramente innovar fantasia „. — Proponevano ancora che Venezia devolvesse alla fortificazione di Candia per 5 anni 1 denari destinati all’armamento delle galee, provvedendo a questo in altro modo ; e clic per la riscossione della somma spettante alla popolazione fossero di tre in tre mesi eletti dal consiglio cretese due nobili ed un cittadino, incaricati puic di tale amministrazione, i quali si sindacassero a vicenda : colla esplicita proibizione ai magistrati mandati da Venezia nell’ isola di porvi mano per alcuna ragione, nella tema essi potessero valersi di quei fondi ad altri scopi, come già era avvenuto. Concludevano gli ambasciatori informando delle opere compiute a fortificazione della città in quei momenti di pericolo, e specialmente della cavazione dei fossati, col generale concorso ed interessamento della popolazione come dei magistrati. All’importante ambasciata, Venezia rispondeva finalmente il 7 luglio di aver già spedito a Creta Sebastiano Giustinian, quale provveditore generale dell’isola, assieme al valoroso condottiere Gabriele Tadini, detto Martinengo«, e ad altri capi, ingiungendo loro di disporre tosto per la fortificazione della città giusta il parere del Campofregoso. — Quanto poi alle richieste dei legati, accordava loio completamente tutto che era domandato, solo riservandosi di giudicare intorno al punto riguardante gli 8 tornesi che i nobili ed ì cittadini proponevano di somministrare giornalmente ad ogni angarico, computando tale spesa come facente parte della loro contribuzione. E quantunque il Martinengo fosse “ ottimo et per fedissimo instrumento, acostumato de oppugnar et dejfender terre tuttavia prometteva il Senato di mandar nell’isola altri ingegneri e mastri muratori : fermo restando sempre che i lavori si sarebbero compiuti in base a quanto già aveva prestabilito Giano da Campofregoso«. - Il giorno stesso il Senato scriveva alla signoria di Candia chiedendo informazioni sul fatto dei tornesi degli angarici, onde poter uniformarsi alle antiche consuetudini, senza (!) Si veda su lui C. Promis : Biografie di ingegneri 1874, pag. 41 segg. — F. Sforza Benvenuti: Dimilitari italiani. (Miscellanea di storia patria della zionano biografico cremasco. Crema, 1888, pag. 263. Deputazione di storia patria, voi. XIV). Torino, (8) V. A. S.: Senato Mar, XIX, 137 segg.