304 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA In vista di ciò, c specialmente preoccupati innanzi alle continue minaccio del Turco e alle mal sedate turbolenze interne, si presentarono nel 1462 a Venezia due ambasciatori cretesi ; e dopo avere esposto il pericolo del momento e la necessità di proteggere l’isola — per eam enim faciliter imperium huius maris orientis tenetur —, venner chiedendo che non solo si riattassero le antiche mura della capitale — come abbiamo pure accennato (t) —, ma che i borghi altresì fossero tutt’attorno circondati da una nuova muraglia che li unisse in istretta difesa al rimanente della città. — La novella fortificazione avrebbe portato non lievi vantaggi a Venezia, anche per il fatto che all’ampliamento della cinta daziaria, si sarebbe accompagnato il maggior provento delle tasse, ed entro il nuovo circuito si sarebbero ben presto moltiplicati quegli edifizì che, pure in luogo indifeso, tanto numerosi erano sorti fino allora. Le spese del resto proponevasi che per una metà fossero sostenute dallo stato, e per una metà dai feudati, dagli abitanti della città e dei borghi, dal clero e dagli Ebrei : colla condizione che non si spendessero complessivamente più di 5 mila ducati all’anno. I contadini avrebbero contribuito personalmente per mezzo delle angarìe, ossia delle prestazioni personali, di cui diremo. — Insieme alla città sarebbesi pure provveduto opportunamente a quel colle denominato dalla chiesa di S. Demetrio che, posto ad oriente della capitale, costituiva, in causa della elevata sua posizione, una continua minaccia alla sicurtà di essa. 11 Senato rispondeva il 14 agosto 1462 agli ambasciatori che, essendo sopra tutto urgenti i ripari alle mura antiche della città, si provvedesse anzitutto al loro restauro ; condotto a termine il quale, si cominciasse pure il nuovo recinto fortificatorio. Quanto alle spese però, un quarto di esse sarebbe stato sostenuto dal governo cretese, un quarto dagli Ebrei e l’altra metà dai feudati, dai cittadini e dal clero. — In fine, relativamente al colle di S. Dimitri sarebbesi commesso ai magistrati cretesi di regolarsi in argomento, come paresse loro più conveniente (2). — Il 24 novembre poi — lo abbiamo già veduto (3) — la deliberazione era modificata nel senso che al governo cretese si lasciava libertà di dar principio ai lavori della fortificazione del borgo, anziché ai restauri della cinta antica. Il Senato inoltre si offeriva di spedire quanto prima in Creta un valente ingegnere ; ed accettava la proposta che quanti avessero avuto da sodisfare pene pecuniarie, potessero scontarle servendo personalmente o mandando altri a lavorare in loro luogo alle fortificazioni stesse(4). (') Cfr. pag. 108. (3) Cfr. pag 109. (3) H. Noiket : Docilmente cit., pa.;. 467 s;jgg ('*) V. A. S : Senato Mar, V 11, 88*.