LE FORTIFICAZIONI DI RETIMO 487 Il nuovo rettore Alvise Landò, giunto a Retimo nel febbraio del 1573, non azzardò di iniziare tosto i lavori, per tema di una sorpresa da parte del Turco ; ma, assicurato finalmente anche a questo riguardo, nel successivo estate diede principio alle opere, avvertendone Venezia col dispaccio del 3 agosto (1). La prima pietra venne posta il 13 settembre di quell’anno 1573 (2). Secondo il modello del Pallavicini(3), la fortezza doveva avere forma poligonale, alquanto allungata da oriente ad occidente. A mezzogiorno calcolavasi di costruire due baluardi, denominati di S. Maria (poi S. Paolo) all’angolo sud-est, e di S. Luca (o S. Lucia) all’opposto cantone di sud-ovest, ed un puntone, detto di S. Elia, nel mezzo fra i due baluardi. Il baluardo chiamato di S. Salvatore (poi S. Nicolò) era destinato ad occupare la parte centrale del lato di levante. Nel resto dovevano costruirsi delle cortine angolate, o speroni più o meno tissimo regno, sì come a bocca sarà dichiarato a Vostra Serenità dal nostro oraior, in altra parte della città che sopra ’l monte situato in essa chiamato Paleocastro, luogo attissimo per far una perfetta fortezza et capacissimo per potersi nelli tempi pericolosi rcditr ad habitar noi con le moglie et figlioli nostri, sì come da molti rapresentanti di Vostra Serenità peritissimi in questa parte viene constantissimamente affermato : si suplica con ogni debita summissione d’animo a Vostra Serenità che si degni, così per beneficio suo pubblico, come anco per la salute et conservatione de noi, suoi fidelissimi sudditi, concederci la fortificatione di detto monte, secondo ’l dissegno lasciatone dall’illustrissimo signor Sforza ; offerendosi ancor noi, benché siamo restati privi quasi di tutto l’haver et facilità nostre, prontamente contribuire la giusta mità del danaro che sarà speso in detta fortificatione, dandone Vostra Serenità l’altra mità et le solite opere et angarìe de contadini et distrittuali, solite a concedersi alle fa-briche di questa città. Quanto al primo : che sia lor concesso il poter fortificar Rettimo di quel modo et in quel loco che hanno ricercato ; con la condition delle opere et angarìe de contadini et distrittuali, solite a concedersi alle fabri-che di quella città. Et per questa così buona et necessaria opera, essendo sta per essi ambasciatori calcii-lato che vi possi andar di spesa fino ducati 24 mila, sia tenuta contribuire la Signoria nostra per il terzo solamente, che è ducati 8 mila, dovendo gli altri due terzi, che sono ducati 16 mila, et quel di più che vi mancasse oltra la suina predetta, esser spesi da quella magnifica communità del suo, fino all’ integra et compila perfettione della ditta fortificatione. Belli quali ducati 8 mila, per il terzo a noi spettante, sia de presente fatta provisione de ducati 2 mila, da esser mandali con prima occasione a Rettimo per l’effetto sopradetto. Et sia scritto a quel provveditor nostro generai di quell’isola, che di ogni sorte danari debba andar somministrando per queste opere, fino alla stimma de altri ducati 2 mila, per la portion che gli tocca delti due terzi sopradetti. Tl restante veramente sia tenuto quel reggimento andar preparando et metter insieme delti danari che di tempo in tempo si cavaranno di quei datii nostri, perchè siati pronti gli altri ducati 4 mila, sempre che sarà bisogno per continuar la detta fortificatione; essendo obligata quella magnifica communità haver similmente preparati li due terzi per la portion a lei spettante, come di sopra è dicchiarato. Secondo : che, parendo a Vostra Serenità conceder a quanto per il pruno capitolo havemo supplicato, si degni parimenti inviarci, quanto prima a lei parerà, qualche persona che habbia bona esperientia et perfetta cognitione delle cose spettanti alle fortificationi, la quale, dopo piantata et fondata essa fortezza secondo il modello et dissegno sopradetto dell’illustrissimo signor Sforza, debbia anco rimanere in questo loco per procacciare et con diligentia solicitare il compimento di questo negocio ; constituendogli quel salario che a lei parerà d'essergli satisfatto delli danari di detta fabrica ; facendogli consignar parimente quell’ istramenti che per tal effetto gli parerà necessarii et dall’amba-sciador nostro saranno ricercati. Quanto al secondo : che sia commesso a quel reggimento nostro che sopra il fatto debba proveder di persona che sia prattica et sufficiente a questo maneggio et assignarli quel stipendio che sarà conveniente, delti danari di detta fortificatione > (V. A. S. : Senato Mar, XLI, 22* segg. — Cfr. Ibidem, 52*). (!) V. A. S. : Dispacà dei prov. da Candía. (s) Quanto ai suoi precetti nell’arte militare, cfr. C. Promis : Biografie cit., pag. 461. (3) V. A. S. : Relazioni, LXIi (Relazione del rettore Alvise Lando).