4. LE FORTIFICAZIONI DI SUDA. Se il porto della Suda fino dai più antichi tempi era stato valutato della massima importanza quale stazione di rifornimento e luogo di rifugio, sia per i legni mercantili, sia per le navi da guerra, tanto maggiormente esso fu preso in considerazione dal veneto governo, in grazia della sua vicinanza alla città di Canea. Infatti poche miglia ad oriente di questa, fra il capo Dhràpatios e la penisola di Akrotìri si apre la baia, che restringendosi e strozzandosi d’un tratto davanti alla sua parte più interna, più profonda e più sicura, costituisce il vero porto della Suda, guardato all’ imboccatura dall’omonimo isolotto. E, come appunto dalla conservazione di esso dipendeva precipuamente la salvezza dell’ isola, era ben naturale che la Repubblica provvedesse a proteggerlo da esterne sorprese non solamente, ma anche a stabilmente fortificarlo contro gli eventuali assalti di nemiche armate. Per ciò, anche se qualche fortilizio in sua difesa era già stato eretto fin dal secolo XIV o prima ancora(l), sui primi anni del cinquecento — di fronte ai minacciati pericoli del Turco da un lato ed ai continui progressi dell’arte militare dall’altro —, fu con nuovi e più adeguati propositi studiata la maniera di validamente assicurarlo e renderlo così inespugnabile. “ Inter pr incip alia da dover se ricordar a la Sublimità Vostra „ — rapportavano gli oratori cretesi al Veneto Senato — “ è che se tronchi ogni occasion a la potentia de V inimico, aziò li manchi la voluntà prompta de trasferir la sua armata maritima de qui in offension de questo vostro imperio de Crede. Et perchè sono assai porti per l’isola, ma non commodi per reduction de armada grossa sì per el sito de quelli proprio de manchamento de aque, salvo quel de la Suda, a tre meglia vicino a la terra de la Canta, che è ampio et commodo et per qualunque armada capace, et la bocha de quel porto è larga (x) Non troppo chiara rimane a questo riguardo l’espressione del De Monacis, ove egli parla della ribellione del 1230 : « Dticha igitur et milites Crete vocant in auxilium Marcimi Sanato ; qui potenter in Or et aiti veniens, fundavit urbem in la Suda » (L. de Monacis: Clironicon cit., pag. 156). A parte ciò, non sembra poi fuor di luogo il supporre che ad una fortificazione della Suda si alluda col nome di castrimi Scopuli (ossia < dello scoglio >j, che vedemmo menzionato nel 1303 (cfr. pag. 207). — Comunque va ricordato come nella sua relazione del 1580 il generale Luca Michiel affermi, che nei lavori di fortifica-zione sull’isolotto della Suda compiuti ai suoi tempi < si ritrovarono mine di grossissime mitraglie » (V. A. S. : Relazioni, LXXVIII. — Cfr. pure V. Coro-Nelli : Isolarlo cit., pag. 212).