LA FORTEZZA DEL PALEOCASTRO DI CANDIA 633 si aprono quattro avvolti a sghembo chiusi a sud cd a nord da un muretto di 70 centimetri, ed in gran parte rovinati. Il più orientale di essi ha gli sbocchi liberi, e serve di sottopassaggio per comunicazione fra le due parti della piazza bassa. — A settentrione della traversa sono pochi resti di un edifizio che le era accostato. Nella piazza di mezzo il muro meridionale — rovinato — apparisce a fior di terra e misura m. 1,10 di larghezza: come si disse, in più parti è sostituito dalla roccia. Il muro est — divisorio dalla piazza inferiore — non sorpassa il livello del suolo. — Rovinato poi è il muro settentrionale, e solo resta parte del terrapieno che gli sorgeva parallelo a canto e che a basso è ancora parzialmente incamiciato di muro. — Il lato occidentale finalmente — formante la divisione colla piazza alta — si eleva appena di mezzo metro. — Altri muriccioli interni sostengono il terreno, che è in pendenza. Miseri avanzi rimangono degli alloggiamenti, dei quali si vedono appena quattro pareti divisorie. Nella piazza superiore finalmente il muro di cinta è sempre più sostituito dalla roccia; il muro di separazione dalla piazza di mezzo non sorpassa qui il livello del suolo. Di due conserve d’acqua all’angolo nord-est rimane qualche avanzo; della garetta, larga m. 1,60, restano le fondamenta; della chiesuola nessuna traccia. Scomparsi pure sotto le rovine sono i ruderi degli altri edifizi nell’interno della fortezza, indicati dalle antiche piante. 8. LE FORTEZZE DI TURLURÙ. L’ultima fra le fortificazioni cretesi di cui ci dobbiamo occupare, prendeva nome di Turlurù, ed era situata nel montuoso isolotto posto rimpetto alla spiaggia stendentesi ad ovest della città di Canea. Nella parte inferiore di quello scoglio esisteva un’antica chiesa dedicata a S. Teodoro : onde dal nome del santo erasi per corruzione chiamato il sito « Todorù » e poscia « Turlurù »(1). In realtà però, se Turlurù denomina vasi l’intero isolotto, dei due fortilizi che vennero edificati su esso, il superiore soltanto conservò più propriamente tale nome, laddove l’inferiore tornò a chiamarsi di S. Todaro o anche di S. Francesco. L’ idea di fortificare il luogo sorse la prima volta nel 1574, quando, te- (') Ch. Bondelmontius : Descriptio cit., pag. 7 e 90.