392 i/ADRIATICO appoggio della Francia, esito infelice ed ebbe un epilogo nel supplizio di Ciro Menotti, tuttavia il regime di quella nazione s’era mutato in costituzionale. Per quanto gretta e utilitaria s’addimostrasse la politica di Luigi Filippo, pure era giuocoforza che dalle rive della Senna s’iniziasse l’emancipazione europea dalla Santa Alleanza. Ciò del resto era avvenuto ancor prima, voglio dire col regno di Carlo X, quando cioè la Francia, in sèguito ai progressi dell’insurrezione greca ed alle mire balcanico-mediterranee della Russia che fomentava la rivolta, s’era accostata all’Inghilterra per tenere a bada quella potenza. Ma poi, anziché la guerra, s’era conseguita fra i tre stati la convenzione 6 luglio 1827, dalla quale scaturirono la battaglia di Navarrino, la guerra russoturca e la .costituzione del regno di Grecia. Quest’ultimo avvenimento segna il primo passo dei popoli balcanici verso la loro piena emancipazione. Esso, compiuto col concorso dello Czar, con la partecipazione dell’Inghilterra e della Francia, veniva a ferire direttamente l’Austria, la cui esistenza poggiava sull’annientamento delle nazionalità, ed a minacciarla soprattutto nell’Adriatico, dove la Russia aveva steso le mani ai confratelli della Jugoslavia. Timori codesti che, dopo la distruzione della flotta turco-egizia e la pace di Adrianopoli, erano condivisi pure dalla Gran Bretagna. I due antagonismi riapparvero quindi più forti che mai nell’istante medesimo in