AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 453 minio balcanico con Pietrogrado. Lo Schwarz Gelò non manca però di osservare che, date le influenze italiane in Albania, fu giuocoforza venire ad un’intesa fra Austria e Italia. (Noi veramente saremmo di opinione contraria, che cioè sia stato il nostro governo a fissare delle basi d’accordo con la vicina monarchia, e ciò per allontanare ogni causa di futuro conflitto con l’Austria; la quale con l’occupazione della Bosnia-Erzegovina tendeva all’Albania ed all’Egeo). Lo stesso scrittore si mostra convinto fautore dell’autonomia albanese, trovando in essa una forza che controbilancia le mire della Serbia e scongiura il pericolo russo-serbo sull’Adriatico. Ma di questi articoli il più conciliante verso l’Italia è quello del Von Jettel-Ettenach, al quale è da aggiungersi quello di un tal Politicus nel-YOesterreichische Rundschau del 15 luglio 1914 (‘). Il primo cerca di riconoscere nelle parole proferite da personaggi politici d’Italia e d’Austria la base per una vera amicizia fra i due stati e i due popoli, l’intesa per una collaborazione comune. Cita poi le parole pronunciate alle Delegazioni austriache il 22 febbraio 1911 dal dott. Von Grabmayr, il quale alla domanda rivoltagli: contro chi armasse l’Austria-Ungheria, rispondeva: «Noi non armiamo contro alcuno, perchè la nostra politica conservatrice esclude ogni tendenza aggressiva ». (J) « Il nazionalismo italiano giudicato in Austria »,