358 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA la piazza bassa del Gesù e le cortine nude, studiando se non fosse il caso di fondarle nella fossa anziché sulla banchetta. In generale poi voleva si aumentassero i terrapieni, che erano di 8 o 10 passi, fino a raggiungete i 15 passi di larghezza ; che sopra gli spalti si continuassero i parapetti, che do\ eano i iu-scire larghi 6 passi ed alti 8 ; si profondasse la fossa dovunque fino a 23 passi, e la si allargasse, rifacendo le strade coperte che in conseguenza andavano distrutte ; e finalmente si demolissero i cunicoli dell Orsini, riducendo la banchetta a forma di scarpa(1), come già avea consigliato il suo predecessore(2). E perchè alle parole tenessero dietro i fatti, cominciò a lavorare alla Sab-bionara, pur lamentando l’esiguo numero di angarìe di cui poteva disporre *■ ; e ad onta delle difficoltà incontrate, dopo aver terminata di costruire la porta del baluardo, fatta con tutte le regole dell’arte(4), attese con nuova lena alle altre parti(5). — Compì così del tutto l’orecchione o mezzobaluardo cominciato dal Moro agli arsenali, e lo terrapieno ; e di terreno terminò pure tutta la parte fino a S. Francesco, utilizzando il materiale scavato dal colle di S. Dimitri, e valendosi di 14 mila angarìe (6). — Così in parte, prima ancora che gli venissero comunicati, egli ottemperava ai voleri del Senato, che caldamente raccomandava di porre fine ai lavori in terrapieno (/). Partito lui, non c’è bisogno di dirlo, il capitano Giacomo Corner lavorò invece da tutt’altra parte. E come il provveditor Moro avea fortificato il lato settentrionale della fortezza coll’erezione del cavalier Martinengo, ed il provveditor Priuli la parte orientale coi miglioramenti alla Sabbionara, egli si occupò invece del lato occidentale. — Oltre alla controscarpa fra il Panigrà e lo Spirito Santo, fu da lui messo in ordine quest’ultimo baluardo, portandovi da ben 300 e fin 500 passi lontano la bella mole di 6368 passi cubi di terra; in muraglia fu costruito inoltre il vólto del suo portello, rappezzata la fronte, la piazza, (!) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Cattdia : 6 marzo 1602 ; e Relazioni, LXXIX. (2) V. A. S. : Relazioni, LXXIX (Relazione di Be-netto Moro). (3) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 30 settembre 1602. — Un decreto del Senato del 24 marzo 1579 avea stabilito che un esattore dovesse incaricarsi di riscuotere i denari di chi riscattava l’angaria. Più tardi gli esattori furono portati a due, con carica temporanea anziché vitalizia. Ciò non di meno le cose procedevano colla massima irregolarità ed anche immoralità. Onde il Priuli tornava alla proposta di incaricare dell’esazione i castellani, i preti, i capitani delle milizie ed altre persone di fiducia (Ibidem: 7 giugno 1602); e di aumentare il prezzo di riscatto a chi non voleva presentarsi personalmente (V. A. S. : Relazioni, LXXIX). (1) < Ho fatto la sortita o sia porla della Sabio-nara, accomodata con il riguardo dell'offesa del petardo, havendoli lasciato ira una porta et l'altra la sua essalatione che va ad allo sopra il terrapienalo di lutto il beloardo > (Ibidem). (5) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 6 marzo 1603. (1) V. A. S. : Relazioni, LXXIX. (7) V. A. S. : Señalo Mar, LXI1I, 6*.