396 l/ADRIATICO resto non poteva lodarsi delle sue forze di mare, Venezia dovea dire altrettanto del governo di Vienna. Sebbene si fosse inaugurata la navigazione a vapore, sia nel mare sia lungo il Po; sebbene il beneficio del porto franco fosse stato nuovamente esteso nel 1829 a tutta la città; sebbene nel 1846 la locomotiva percorresse il ponte sulla Laguna, pure il regime politico e fiscale del governo non permise mai che l’antica regina dell’Adriatico risorgesse allo splendore d’altri tempi; ma soprattutto vi contribuì la predilezione austriaca verso Trieste, dalla quale città Venezia era costretta a dipendere per le sue comunicazioni col Levante (*). La sollevazione del Quarantotto guadagnò alla causa italiana anche Venezia, ma non riuscì a strappare all’Austria tutto il naviglio, perchè essa gli impedì da Trieste di ricevere ordini dal governo provvisorio e lo tenne fermo a Pola in attesa degli eventi. Fu grave errore codesto, cui non si potè in alcuna maniera riparare ; e se ne sentirono gli effetti allorquando gli Austriaci, tornati in Italia, iniziarono il blocco alla Laguna. Occorre poi osservare che molti ufficiali e marinai (fanteria di marina) erano rimasti a Venezia dove, allo scoppio del moto, si dichiararono per la libertà. Nell’arsenale v’erano 12 legni, tra grandi e piccoli, in costruzione o riparazione, e nel porto 5 navi ed 80 legni f1) Errerà, Stor. e statistica delle industrie venete. Venezia, 1870.