LA CINTA DI CANDIA
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necessari per ridurre a maggior perfezione la cinta. Onde per prima cosa consigliava di ultimare il baluardo di S. Liberale o Vitturi.
      Quindi, conformandosi certo — almeno in parte — alle idee dello zio, tornava a proporre di riformare completamente il lato est del recinto con una capitale modificazione — da noi già ricordata —, coll’aggiunta cioè del baluardo della Sabbionara(l), munito di orecchione verso mezzogiorno(2), sviluppato per 110 passi di circuito e più alto dalla parte di terra che non verso il mare: al quale si ricongiungesse da un lato la cortina dei Consiglieri e dall’altro una seconda cortina, la quale si attaccasse a quella di S. Francesco e quindi alla casamatta ove era destinata a terminare altresì la cortina proveniente dal baluardo di S. Liberale. — Siccome però in tal modo l’intero spazio fra il baluardo della Sabbionara e questo di S. Liberale, per un tratto di 310 passi, sarebbe rimasto del tutto indifeso, consigliava Gian Gerolamo che al luogo della casamatta venisse costruita una piattaforma di 64 passi di circuito, sporgente in fuori 12 passi. — Solo quest’ultimo particolare della riforma — il quale venne più tardi eseguito con notevoli modificazioni — crediamo vada attribuito a Gian Gero-lamo Sammicheli(3); laddove i rimanenti consigli da lui espressi non devono essere altro che ripetizione in massima di quella parte del progetto dello zio che non s’era pcranco potuta attuare.
      Oltre a ciò insisteva Gian Gerolamo affinchè fosse ridotto ad un baluardo di 124 passi di sviluppo il torrione rotondo Martinengo.
      Quindi voleva che, finiti tali lavori, si costruissero i parapetti tutto in giro, che non si erano ancora cominciati ; e si edificassero i progettati cavalieri —
   (') Che il baluardo della Sabbionara risalga già al disegno di Michele Sammicheli sembra lecito arguirlo dal vederlo compreso in quella pianta di Candía più volte ricordata, la quale deve essersi ispirata ai suoi dettami. — Altra prova poi è costituita c!al fatto che nel 1549 — posteriormente cioè alla relazione di Gian Gerolamo — ai magistrati cretesi che chiedevano informazioni sul modo di riprendere i lavori a Candia, era dal Senato Veneto spedito un disegno non già di Gian Gerolamo stesso, bensì dello zio Michele, coll’ordine di proseguire i lavori sulla base di esso, e principiare tosto il baluardo della Sabbionara (Vedi pag. 323). Senza dire poi che il duca Gerolamo Taiapiera nel 1561, parlando dei lavori compiuti fino al suo tempo sulla scorta del disegno di Michele Sammicheli, accenna a ben 7 baluardi, intendendo comprendervi quindi anche questo della Sabbionara: « Nel dissegno che fu fatto nel lempo del q. provedilor Villuri si allrova esser sta fabrícalo
per diversi regimenii sette baloardi, alzati da terra passa 3, 4 et 5 ; et cadauno di quelli hanno alquanti passa di cortina fondata ». (V. A. S. : Relazioni, LXXXI e LXU).
   (?) L’orecchione dovea tuttavia mancare nel progetto originario di Michele Sammicheli.
   (3) Veramente nel sommario di lettere di Gian Matteo Bembo del 28 novembre 1552, parlandosi del •t dissegno », che dovrebbe essere quello ricevuto da Venezia, ossia il disegno di Michele Sammicheli, si ricorda anche la Piattaforma come inclusa nel disegno medesimo (V. A. S. : Senato Mar, filza IX, incarto 19 agosto 1553). — Maggior peso però va dato al fatto che la Piattaforma non si trovi tracciata nella pianta di Candia derivata dai progetti di Michele Sammicheli ; e che Gian Gerolamo medesimo nella sua relazione mostri evidentemente parlare di una innovazione di cui attribuisce a sè il merito.