EGEMONIA DI VENEZIA
stava la presenza d’un naviglio nemico per sollevare contro di lei tutte le gelosie ch’essa contava su quel mare o intorno ad esso.
  L’Adriatico, è bene notarlo, non era per Venezia, come per Genova e Pisa il bacino liguretirreno, un mare libero; anzi era più propriamente un golfo, su cui quella repubblica doveva avere pieno ed assoluto dominio, onde mantenersi franca e sicura la via per l’ionio e l’Oriente. Tale del resto era stata sempre la politica di Venezia nei riguardi di quel bacino. Ma essa non riuscì mai, nelle guerre ch’ebbe con Pisa e con Genova, a neutralizzare l’Adriatico, mantenendo il teatro dell’azione a sud del canale d’Otranto, forse perchè non s’era procurata ancora nell’ionio delle salde basi d’operazione. L’esperienza degli avvenimenti (ed ugualmente avverrà nella guerra di Chioggia) ci dimostra che la fortuna di Venezia pericolava, appena una forte squadra nemica entrava nell’Adriatico.
  Invero dopo la pace del 1355 tutti i nemici prossimi a Venezia s’erauo collegati a danno di lei. Dapprima gli Ungheresi, secondati dal patriarca d’Aquileia e da Francesco da Carrara, signore di Padova, ed aspiranti essi pure al libero transito dalle Alpi al mare, ottennero successi e strapparono a Venezia nella pace del 1358 gran parte della Dalmazia. Ma la Repubblica si rifece qualche anno dopo sedando la rivolta di Trieste nel 1369, vincendo poscia il Da Carrara, oltreché il re d’Ungheria e il duca d’Austria suoi alleati (1372-73).