LA FORTEZZA DI SPINA LONG A 571 furono comunemente indicate colla semplice denominazione tt,v ’EXouvt« (Siine-lunda(l)). E « Stinalonda » (o « Stinalonga ») infatti troviamo denominato il luogo nelle più antiche cronache veneziane (2). Solo più tardi, per falsa etimologia popolare, quel nome che ai Veneti tornava incomprensibile, fu trasformato in quello di « Spinalonga », che presentava una certa rispondenza colla forma allungata sia della penisoletta, sia dello scoglio, e che ai Veneziani tornava ben noto, per essersi anticamente cosi chiamata quell’ isola della loro laguna che poi si disse della Giudecca. — E 1’ influenza veneta tanto potè, che anche gli indigeni chiamano ormai comunemente SravaXóyzot così il porto come la penisoletta e la fortezza sull’ isolotto : mentre il nome di ’EXouvt« è riservato alle frazioni del villaggio di cui dicemmo. L’ importanza della località, apprezzata fin dagli antichi, che sull’ isolotto avevano pur essi fabbricata una fortezza(3), non potè sfuggire neppure ai Veneti, appena si fu palesato il bisogno di munire le spiaggie cretesi contro un eventuale sbarco del nemico. Che se la baia di Suda, tanto più capace e sicura, tanto più comoda e vicina alle maggiori città del regno, richiamò naturalmente per prima efficaci provvedimenti da parte del governo, non passò tuttavia molto tempo che anche su Spinalonga conversero la propria attenzione gli ingegneri militari mandati nell’ isola. (') All’epoca veneta tuttavia la penisoletta era detta anche Colochita (xoXoxOiar=zucchetta), nome che oggigiorno si conviene soltanto all’altro scoglio che sta vicino a questa verso levante. (*) Archivio storico italiano, serie I, voi. Vili (Firenze, 18 45), pag. 346 — V. M. C. : Ms. Correr, 1499; Afe. Cicogna, 2113 — V. B. M. : Lat. X, 36 (A proposito di avvenimenti del 1206). (3) Si veda quanto scriveva in proposito nel 1574 Brunoro Zampeschi, dopo avere minutamente descritto l’isolotto: < Ben fu cognoscinto dagli antichi nostri, avenga che nel caminarlo che ho fatto, ho trovato essere recinto da un buono et larghissimo muro de piedi 8, essendo di giro de passa 545, apparendo sopra terra li fondamenti suoi. Credo si possa più facilmente credere esser stato edificato per difesa di esso porto che con animo di dargli forma de città, non apparendo a veruna altra cosa vestipii che città stata vi sta, essendo come dico tutto grebanoso. Et vengo con-firmato nella suddetta opinione per le vestigio che ho visto de una città in culata (cioè all’estremità meridionale del porto), detta dagl’ istessi antichi Blonda, la quale volendo eliino assicurare fabricasserno questo scoglio. Ben si potrebbe anco credere havessero pensiero di r dir avvi quella parte de genti più vicine, come succederà ancora a noi, tirato che sia in maggior difesa. E furetto quegli valenti huomeni così aveduti, che in un poco di piatto che non può venir offeso da nessuna banda, li fabricorno alcuni alloggiamenti, che con pochissimo agiato et spesa si faranno allogiamenti buonissimi per soldati » (V. A. S. : Senato Secreti, filza XLIX, incarto 4 agosto 1578) — Cfr. pure altre scritture ibidem; nonché Dispacci dei prov. da Candia : 9 e 13 gennaio 1584; e Relazioni, LXXX (Relazione del provveditore Francesco Molin del 158b), ove si parla altresì di antiche costruzioni sulla vetta dello scoglio : « Gli antiqui sopra esso scoglio edificarono nella sommità una fortezza che con due ale di muro veniva dalla parte del porto ad abbracciar il tutto sino al mare, et le vestigie ancora si vedono, e molti vasi di cisterne, sopra alcune delle quali si sono fatte quelle che ha Vostra Serenità in quel luoco. Per alcune scritture antique e greche si vede che a tempo che li Sareceni si fecero padroni dell’isola di Candia, molli paesani si salvarno in essa fortezza e si difensarono da quei barbari ». — Si veda del resto il modello in legno, conservato al museo dell’arsenale in Venezia (col falso titolo : < Scoglio Graboso in Candia >), il quale rappresenta l’isolotto, prima che venisse fortificato.