564 I MONUMENTI VENETI DELL.’ ISOLA DI CRETA Gli spezzamonti dcWAkrotiri inoltravano intanto domanda di poter tagliare per loro conto la punta del Calogero, pur di essere esonerati dal servizio delle galee. Ma il provveditore Marcantonio Venier mise sull’avviso la Dominante della fallacia di simile offerta (1). E tanto lui, quanto i successori Gerolamo Trevisan e Francesco Molin, continuarono ad insistere perchè lo scoglietto di Marati fosse fortificato(2) *. Un nuovo progetto di fortezza colà, simile in gran parte a quello dello Spilimbergo, figura in un manoscritto di quest’epoca di Francesco Basilicata. Perchè la cosa venisse di bel nuovo ripresa in Senato, fu necessario però che il 19 giugno 1637 una squadra di sette galere barbaresche sbarcasse al Marati e devastasse la penisola di Akrotiri fino al convento di S. Giovanni Eremita, uccidendo o menando schiavi gli abitanti e depredando ben tredici chiese ('A Il provveditore Iseppo Civran studiò nuovamente la questione. Respinta l’idea del taglio del Calogero e della ostruzione della bocca del porto di Lu-trachi, sostenuta anche dal capitano Loredan; messa da parte pur quella della fabbrica di una fortezza sullo scoglio di Marati, perchè troppo costosa di costruzione come di mantenimento e troppo esposta all’offesa dei monti vicini, il Civran e l’ingegnere Beato Beati vennero alla conclusione che assai piu pratico sarebbe stato di erigere sulla punta del Calogero “ una picciola fortification da campagna, incamisata di muro secco, all’uso di queste parti, con spesa di 600-700 ducati in circa atta a difendere quelle coste, se non da una grossa armata, almeno dalle sorprese dei corsari(4). Alle identiche conclusioni arrivava il Civran in un secondo sopraluogo insieme coi governatori Marcantonio Brancaccio e Ossalco Polcenigo, cogli ingegneri Beato Beati e Pietro Leoni, col rettore di Canea Magno, e col capitano delle rive Giustinian : onde ordinava tosto di preparare il disegno del fortilizio e di dar mano ai lavori, senza attendere il responso di Venezia A farlo apposta, il Senato decretava invece il 19 novembre 1638 che non si fortificasse il Calogero, bensì lo scoglietto del Marati, conformemente ai progetti eseguiti già al tempo del provveditore Gian Giacomo Zane. Ed il Civran rispondeva di malumore che, quantunque al Calogero si fossero già preparate (i) Ibidem. (4) V. A. S. : Dispacci deiprov. da Cattdia : 6 marzo (*) V. A. S. : Relazioni, LXXX (Loro relazioni). 1638. (3) V. A. S. : Dispacci dei rettori da Candia : TJ (5) Ibidem: 4 gennaio 1639. giugno 1637.