LA CINTA DI CANDIA 343 terminarle. — Le angarìe — come altra volta abbiamo detto — a Sitìa non lavoravano affatto, tranne le poche impiegate a Spinalonga; a Candia erano tenute ad una settimana di lavoro ; a Rctimo a due ; a Canea a due o tre. Il Mocenigo proponeva ridurle tutte ad un unico trattamento. Ma riconosceva che, coiraiuto di esse sole, i lavori ai terrapieni di Candia non si sarebbero compiuti in cinque anni'L Il nuovo capitano Gerolamo Barbarigo, che aveva ricevute opportune istruzioni da Venezia(2), arrivava a Candia animato dalle migliori intenzioni : faceva grande assegnamento sulle 16 mila angarìe — in favore delle quali i sindaci Gritti e Garzoni aveano proprio allora proposte delle riforme'" —; pensava profondare le fosse, onde servirsi del terreno cavato per terrapienare nell’ interno della fortezza : solo a S. Spirito, ove il fondo era di macigno, avrebbe condotta la terra da più lontano ; alle calcine avrebbe provveduto con mille ammali delle angarìe. Ciò non di meno chiedeva egli pure un sussidio in denaro, pur promettendo fare le più strette economie <4). Le angarìe, che nel principio erano solo 300(3) al giorno, crebbero fino a 600 e finalmente a 1300: con esse si lavorava ai terrapieni. Verificato anzi che in media col lavoro di sei giorni un angarico poteva cavare c portare a posto tre piedi cubi di terreno, il Barbarigo, anziché costringere al lavoro a giornata, assegnò ad ogni operaio la porzione di tre piedi che gli toccava perche la trasportasse a suo piacimento: e ne ottenne il gradimento dei contadini'". Sotto la direzione dell’ ingegnere Gian Paolo Ferrari c del capitano Perugino Paolucci(7), si potè finire di terrapienare il Betlemme, che riuscì allargato di più che 30 passi in lunghezza e 30 in larghezza ; furono del pari terminate le cannoniere dei suoi fianchi e delle piazze basse: c sulla porticina della galleria d’accesso alla sortita dell’orecchione nord, venne murato il leone di S. Marco colla data del 1583; e del pari sul portone dell’avvolto conducente alla piazza bassa fu incisa altra iscrizione coi nomi dei magistrati. Riaccomodato fu in Ime (J) V. A. S.: Relazioni, LX11I e LXXXI. (2) V. A. S. : Senato Secreti, LXXXIII, 92. (3) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 8 novembre 1582. ('») Ibidem: 20 novembre 1582. (r>) Ibidem: 27 gennaio 1583. (,:) Ibidem: 27 febbraio 15S3. Un documento posteriore ci istruisce che da 3 piedi cubi 1 obbligo fu poi portato ad un passo e mezzo, cioè più del doppio : però libero sempre l’angarico di riscattare il lavoro con 13 perperi (lire 5 */;) trattandosi di an- garla semplice, e con 19 (lire 8 e soldi 5) trattandosi di angaria con animale. Stando ai dati del documento stesso, un passo cubo di terreno veniva a costare lire 3 e soldi 10 ; uno di muraglia invece 27 lire; e precisamente le 100 misure di calcina necessaiia valevano 13 lire, le 460 pietre altre 3 lire, altrettanto la paga dei due mastri, 4 lire quella dei manuali, 2 lire l’acqua, ed altre 2 lire finalmente le 100 misure di creta (V. M. C. : Miscellanea Correr, 2695). (7) V. A. S.: Senato Secreti, LXXXIV, 32.