LEGGENDA E PREISTORIA II fosse spinto sulle coste d’Italia e precisamente della Daunia. Quivi sbarcato, avrebbe soccorso il re Dauno contro i Messapi, ricevendone in ricompensa il dominio di quel paese e la mano di Enippe, figlia del re: di qui la discendenza dei re della Daunia. Ma la leggenda, per altri, non si arresta qui. Ed infatti si vuole che Diomede non morisse nella Daunia, ma ad Argo sua patria o, stando ad un’altra versione, in una delle Tremiti, che da lui presero il nome di Diomedee; in queste si troverebbe il sepolcro dell’eroe, ed ivi pure i suoi compagni sarebbero stati trasformati in uccelli. Nell’insieme vediamo che l’eroe si eleva alla figura di gran fondatore di città e legislatore, perchè, a quanto si diceva, egli avrebbe visitato le due spiagge dell’Adriatico, dappertutto lasciando traccia di sè, fondato varie città, quali Benevento, Argyripa (oggi Arpi), Brindisi, ed inalzato numerosi templi specialmente ad Atena come, ad esempio, il cosidetto Templum Diomedis alla foce del Timavo. I Campi diomedei in Puglia e il Diomedis promontorium presso l’odierna Traù attesterebbero le molteplici peregrinazioni dell’eroe, sebbene nel nome Argyripa (Argos Hippium) sia più facile riscontrare il mito del re di Tracia che quello del figlio di Tideo. Quanto alle peregrinazioni d’Ulisse, reduce da Troia, è strano che non si riferiscano affatto all’Adriatico dal momento che Itaca, meta dell’eroe, si trova fra le Ionie e queste sono così