418 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOEA DI CRETA rato — si dava ordine a Michele Sammicheli di portarsi nell’ isola di Creta, coll’incarico di visitarvi, oltre a quella di Candia, anche la città della Canea, ove si ha grandissimo bisogno di riparatione et fortificatione „ ; affinchè, dopo diligente esame, egli lasciasse ai magistrati del luogo precise istruzioni sul modo di compiere i nuovi lavori da lui progettati(l). Il Sammicheli eseguiva prontamente l’incarico : per ciò il 25 giugno di quello stesso anno il provveditor generale Giovanni Moro poteva spedire al Senato i suoi disegni colle nuove proposte di fortificazione della città, accompagnati da una lunga e dettagliata relazione. Sì questa come quelli, furono a Venezia esaminati dal capitano generale della Repubblica, il duca d’Urbino Francesco Maria della Rovere(2); ed il parere da lui emesso venne comunicato al 'Moro e ad Andrea Gritti, provveditore della Canea, coll’ordine ad entrambi di proseguire negli iniziati lavori (3). Protestando di non poter emettere un giudizio assoluto, data la propria ignoranza dei luoghi, c professando d’altro canto la massima fiducia nel Moro e nel Gritti medesimi, il duca d’Urbino si era in realtà limitato a dichiarare in quanto alla Canea che, “ facendosi la fortificatione di essa in quel modo che (*) A. Bhrtoldi : Michele Sammicheli cit., pag. 24. (2) Si veda per lui C. Promis : Biografie cit., pag. 103 segg. — Anche nei lavori alle mura di Verona toccò al Sammicheli di essere controllato dal duca stesso. (:l) « Ser Joanni Mauro, provisori nostro generali in insula Crete. — Rccevcssemo questi giorni le particular et prudente lettere vostre de 25 zugno con li dessegni della Canta, Suda et Rhelimo, et insieme la deposition molto copiosa del fidelissitno inzegner nostro mastro Michiel da San Michiel, nelli quali et nelle operation vostre havete veramente usalo quel studio et diligentia quale vi è propria, per securtà et in beneficio di quanto vi è commesso : per il che vi attribuitilo con il Senato nostro molla laude; et parimenti laudamo l'opera et diligentia di esso maistro Michiel, dii qual restatilo ben satisfatti. Però, per dirvi sopra ditti dessegni quanto ne occorre, olirà che nui li habiamo veduti et insieme havemo considerate le predate lettere vostre et la deposition de mastro Michiel, ne è parso ben conveniente che lo illustrissimo signor duca di Urbino, capilaneo nostro generai, vedi et consideri il tutto, per haver l'opinion de l’ex celiai Ha soa ; la quale havendo havuta mollo prudente et particular, vi mandatilo in queste copia di essa. Et conforme a quella vi dicemo col Senato che, continuando nel studio et opera vostra, si debba in primis continuare senza intermission di tempo la fortificatione della terra della Canta sectindo il desegno che ne havete mandato et secando l'opinion dell’ illustrissimo signor duca, scrivendo perciò al provveditor nostro Gritti quello che judicarete a proposito, et mandandoli il danaro sì come cognoscerele ricercar il bisogno di essa fortificatione, a zio la se perseguisca con ogni diligentia. Continuando vili eiiam la fortification di Candia, della quale expetlamo il dessegno, sì come per le sopraditte vostre de 25 zugno ne scrivete di mandare. Et per vui sete sopra il fatto nella fortification predilla, judicamo superfluo dirvi altro ; perchè ne rendano certi che da vui li è et sarà usata tanta diligentia, che quella impor tantissima cità nostra sarà in securtà quanto più presto si possa. Quanto veramente alla fortification della Suda, adhe-rendone all'opinion del signor duca, per adesso non bisogna far altro. Circa quella di Rhetimo, exequircte l'opinion del signor duca, ina in primis attendendo a quelle della Canta et Candia, come è predillo... Et quando a vui, che sete sopra il fatto, pari che la persona de mastro Michiel sii anchor necessaria per qualche giorno de lì, ne remelteino a vui ad in-tertenirlo quel minor tempo che potreli, siccome indicherete ricercar il bisogno, havendo il debito pensamento a Corfu, dove è da noi designato, come sapete ». (V. A. S. : Senato Secreti, LIX, 83*. — Cfr. Ibidem, 84*).