AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 367 non si riteneva sicura sull’Adriatico, finché non avesse acquistato la Lombardia, tanto più che la Russia, signora di Corfù, era ad un tempo sua alleata e rivale. Mentre Napoleone moveva alla volta di Vienna, il Massena attaccava l’Austria in Italia. In un mese giungeva a Trieste e, messo il blocco a Venezia, invadeva i paesi slavo-tedeschi. La coalizione non s’era sentita capace d’intervenire con l’armata nell’alto Adriatico onde appoggiare l’arciduca Carlo; eppure essa avrebbe potuto colpire il nemico alle spalle, sbarcando delle milizie ad Ancona e scacciandone i Francesi. I quali infatti, per timore d’un attacco degli Anglo-russi, avevano occupato e presidiato quella fortezza ad onta della neutralità pontificia. Furono forse le fulminee vittorie imperiali in Germania che sbalordirono i collegati e li costrinsero all’inazione in quell’Adriatico, in cui avevano libertà di movimento. Così le armi del novello Cesare trionfarono. Il 26 dicembre 1805 con la pace di Presburgo si correggeva finalmente l’errore di Campoformio. Tutto il guadagno, che con questo trattato l’Austria s’era procurata in Italia, andò perduto, e la sua costa adriatica si ridusse al breve tratto che possedea prima di Campoformio, dove del resto spiccavano i porti di Trieste e di Fiume. Venezia fu dal Viceré dichiarata porto franco per tutti, eccetto per gli Inglesi ; ed essa migliorò, è vero, le proprie condizioni; certo non di guerra ma di