LA CINTA DI CANDIA 313 A ciò abbiamo già accennato(1). Ed abbiamo detto altresì che il nuovo capitano converse tutta l’attenzione sua al castello del molo, anziché alla fortificazione dei borghi ; nello stesso mentre in una relazione del 16 luglio 1525 il capitano generale Tomaso Mocenigo, dopo ricordata l’interruzione che le fabbriche aveano sofferto per un intero anno in causa della peste, ed aver accennato che il “ borgo è luto aperto... uè ha altra forteza che un tur rione fatto fino al cordoli „, proponeva di abbandonar senz’altro quella fortificazione e di restringersi alla terra soltanto, col ridurla in isola, cinta tutt’intorno dall’acqua A tali miseri passi era ridotta la fortificazione di Candia, quando l’unico ingegnere che era restato laggiù, Antonio Saracini, il primo marzo del 1526 otteneva di rimpatriare lui pure*3-, abbandonando ogni cosa nella confusione più grande, anzi in una vera anarchia. Dal 1520, quando crasi presa la deliberazione che parve destinata finalmente a promuovere un più rapido e razionale incremento delle fortificazioni di Candia, erano trascorsi non cinque, ma ben sette anni ; molto crasi discusso, molto questionato, molti denari cransi sprecati nel frattempo. Ed una sola ed unica opera crasi condotta a buon punto, il torrione Martinengo — all’angolo sud-ovest —ì compiuto fino al cordone, mentre in sì miserando stato trovavansi gli altri lavori saltuariamente eseguiti, che il capitano Mocenigo suggeriva abbandonarli senz’altro per sempre ! E in tale frangente scoppiava la guerra col Turco. * * * L’imminenza del pericolo e l’urgenza del bisogno parvero riscuotere finalmente Venezia. Tanto che il 22 febbraio 1538 il Senato deliberava che, es- sendo mandati provveditore generale a Candia Giovanni Moro e provveditore alla Canea Andrea Gritti, fosse delegato ad accompagnarli il più valente architetto militare che si trovava allora ai servizi di Venezia, Michele Sammicheli : affinchè del proprio parere li soccorresse nel “ grandissimo bisogno di repar a-tione et fortificatione „ (T Il Moro giunse a Candia il 25 maggio (3). — Il 25 giugno seguente, dopoché il Sammicheli avea già visitato Canea, Suda c Retimo, egli ne mandava i disegni ed al tempo stesso la relazione a Venezia. — Il Senato però attendeva (') Cfr. pag. 131. (2) V. A. 3.: Relazioni, LXI. — Cfr. pag. 114. (!) V. A. S. : Archivio del Duca, Missive: 23 giugno 1526. (*) A. Bertoldi : Michele Sammicheli al servizio della repubblica venela. Verona, 1874, pag. 23. (5) V. A. S. : Senato Mar, XXV, 118 e 147: ove si parla della elezione del camerlengo Nicolò Dona a provveditore sopra le fortificazioni di Candia sino alla venuta appunto del Moro.