I.E FORTIFICAZIONI DI SUDA 535 vernatore Mandricardo Zannoni. Al fianco del Martinengo fu costruito un muro lungo 10 passi, alto 6 e grosso 1 ; venne scarpata in più luoghi la roccia; furono rinnovate e ricostruite delle traverse(1) ; il lato orientale fu tutto munito di parapetto lungo 100 passi, dell’altezza di 3 piedi e dello spessore di due (2); e qualche provvedimento fu tentato per arrestare il rovinìo causato dalle acque sotto la piazza Tiepola e la Linguetta(3). Con tutto ciò la fortezza versava in sì tristi condizioni, che il 1° aprile 1689 il provveditore Angelo Michiel chiedeva a Venezia “ la provisione di un asta colla sua bandiera di S. Marco, non essendone veruna nella piazza ,,(4). Più d’ogni altra cosa davano pensiero i danni per la corrosione delle acque, riparati già infinite volte, ma non potuti mai stabilmente impedire in quell’estrema penuria di lavoranti e di mezzi di lavoro(5). La popolazione dell’ isolotto era andata sì gradatamente aumentando da 40 a 90 abitanti e da 90 a 600, scampati alla tirannide Turca(6); ma tanto più misere dovevano essere là dentro le condizioni loro, segregati com’erano dagli altri Cristiani, e stretti e vigilati dal Turco. Qualche piccolo lavoro al Martinengo eseguì il provveditore Ferigo Badoer (/); ed in altri luoghi delle mura Giacomo Morosini(8), il quale ripassò l’intero recinto, rimediando ai danni più notevoli(9). Ma più gravosi e difficili lavori esigevano, oltre al resto, le grotte di oriente, per riempire le quali sarebbe stato indispensabile gettare una solida porporella(l0); mentre le condizioni della fortezza si facevano ognor più critiche causa la mancanza di denaro, di operai e di materiale, specialmente dacché l’isola di Cerigo, annessa al regno di Morea, non era più obbligata dar corso alle altre richieste della Suda(U). Allo scoppiare dell’ultima guerra, l’isolotto contava 800 abitanti, 190 fra i quali atti alle armi. Il provveditore Francesco Badoer vi aveva riparatele mura, dirupate le roccie, ed apportati altri miglioramenti ; ma una perizia del sergente Giansix aveva provato quanto deficenti fossero ancora i parapetti e le cortine, (') V. A. S. : Dispacci da Suda: 13 aprile 1686. (2) Ibidem: 31 agosto 1686. (3) Ibidem : 8 luglio 1688 — Senato Rettori, filza CXIV (Relazione del provveditore di Suda Alvise Marcelio). (4) V. A. S. : Dispacci da Suda: 1 aprile 1689. (5) Ibidem: 12 marzo 1692 e 15 novembre 1695. (°) Ibidem: 12 marzo 1692 e 30 maggio 1698. (7) Ibidem: 28 dicembre 1696. (8) Ibidem: 6 novembre 1698. (°) Ibidem : 15 settembre 1700. (10) Ibidem: febbraio 1701. Ove di bel nuovo si fa menzione di un’« opera Morosina >, di cui nulla sappiamo e che solo ipoteticamente possiamo assegnare al provveditore Morosini testé ricordata. (u) Ibidem: 1 marzo 1701.