66 L,’ADRIATICO storici, nel iv secolo tenevano le bocche del Po. Nè v’ha dubbio che questi finirono col sottentrare alla signoria tarentina in quel bacino, dove furono avversati soltanto dalle città calcidiche che intendevano di non rimanere escluse dalla concorrenza. Fu infatti Dionigi I che nel 388-387, impadronitosi di Reggio e di Crotone, mandò la sua flotta ndl’Adriatico, ove, per mezzo di nuovi coloni, ripopolò Ancona, Adria, Numana, Issa e Faro, piantò delle fattorie sulla costa veneta ed umbra, sul territorio dei Piceni e dei Frentani, oltreché sulla sponda illirica; più tardi, incitato dal successo, lasciò in quelle acque due squadre permanenti, l’una a Fisso (Alessio), l’altra ad Adria, perchè operassero in Fpiro ('), forse per purgarne la costa dalla pirateria e ricondurre ai traffici il paese. Le Fosse filistine alle bocche del Po, se non vogliansi ritenere opera degli Etruschi, come opinerebbe il Micali, sarebbero un ricordo della dominazione dionisia nell’Adriatico, prendendo esse nome da Filisto, preposto alla flotta siracusana; caso mai, può darsi che al tempo del primo Dionigi sieno state riscavate. Dionigi il Giovane (367-343) proseguì la politica adriatica del padre, soccorrendo gli stabili-menti da lui piantati e creandone di nuovi. E (x) Corazzini, Storia della marina militare e commerciale del popolo italiano, IV, p. 38. Firenze, 1896.