554 I MONUMENTI VENETI DELL’ ISOLA DI CRETA tutto però il provveditore Giovanni Mocenigo confessava che, anche così restaurata, la Porporella era insufficente allo scopo (I). E siccome la verità di un tale asserto era generalmente riconosciuta, naturale si fu che di bel nuovo si pensasse a proteggere in altra guisa queirimportante località. Così ancora una volta venne in campo il Paleocastro. L’altura fu diligentemente studiata dal generale Giambattista del Monte, il quale, non solo si mostrò propenso a fortificarla, ma senz’ altro ne preparò un modello. Il luogo sembrava a lui eminentemente adatto per una fortezza, buona la posizione(2), ottima l’aria, abbondanti le acque fornite dalle cisterne che ancora si conservavano lassù e dalla sottostante fontana detta del Calami, e facile l’approvvigionamento di grani e di frumenti, colla comodità dei molini di Kalives e di altri che si sarebbero potuti costruire entro la fortezza. — Secondo lui sarebbe stato sufficente fortificare il lato di ovest, con una fronte di 300 passi, difesa da due mezzibaluardi reali : i materiali si trovavano sul luogo, e il vicino Akrotiri avrebbe forniti i suoi esperti tagliapietre. In pochi mesi così la fortezza si sarebbe compiuta non solo, ma colassù avrebbero potuto ritirarsi i cittadini di Canea, smantellando la loro fortezza, che a lui pareva tanto imperfetta, ed ostruendo il porto (3). Il progetto del generale fu esaminato a Venezia dai più intendenti di cose militari. Giulio Savorgnan, vecchio ormai di 81 anni, fu richiesto del proprio parere : ed egli lo trasmise in una bellissima lettera, accogliendo la proposta del generale, ma consigliando a rimandarne l’attuazione al 1592 Quindi in una seconda scrittura cercò di limitare alquanto le spese della fabbrica, avanzando una nuova proposta, secondo la quale 200 passi di fortificazione si sarebbero costruiti tagliando la roccia a guisa di muraglia e sovrapponendovi dei parapetti in terrapieno. Eliminate così le spese delle calcine, delle sabbie e dei muratori, non restava se non a calcolare il costo del taglio del sasso (che a Brescia era meno di mezzo ducato per passo cubo), e quello del terreno dei parapetti (che altra volta a Candía aveva costato un quarto di ducato al passo cubo)(5). Al Dal Monte vennero intanto chieste dal Senato nuove informazioni, che egli si affrettò a comunicare per iscritto. Disse che il modello della fortezza era stato eseguito a Venezia sulle misure prese da lui e dal capitano Dia- (!) V. A. S.: Relazioni, LXXIX (Sua relazione del in appendice : 3 aprile 1591. 1589). (4) Ibidem: 4 aprile 1591. (*) Cfr. in proposito V. B. M.: Ital., VII, 214, s. (5) Ibidem; 12 aprile 1591, (3) V. A. S.: Dispnea dei prov. da Candía: volumi