' 334 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA meno lontani dei territori di Retimo e di Sitìa dovessero accorrere angarici a lavorare nella capitale (1). Con che si ottenne che ben 2 mila contadini e 300 galeotti al giorno poterono essere occupati intorno a quelle mura (2). Tuttavia la mancanza di denari non tardò di bel nuovo a farsi sentii e ; mentre il Senato, pentito della generosità passata, mandava a dire che si invitassero invece i cittadini a concorrere con spontanee elargizioni, come aveano fatto in Cipro gli abitanti di Nicosìa (3). Nobili e feudali a tale annunzio mandarono una protesta al capitano generale, mostrandosi assai poco disposti ad accondiscendere alla richiesta del Senato, ricordando i troppi sacrifizi già compiuti ed accentuando le tristi loro condizioni economiche \ Ci volle del buono e del bello a spillare loro 2 mila zecchini (0). Le cose accennavano così a prendere una cattiva piega, quando agli altri malanni si aggiunse quello della diserzione degli angai ici, che in nessun moc o si riusciva ad attirare al lavoro <7>, malgrado le sollecitazioni e le cure del consigliere Francesco Lippomano (8). - Fu giocoforza ricorrere ad operai stipendiati : ed i pochi denari, che ancor rimanevano in cassa, sfumarono in tal modo ancora più presto (9). Sicché nel luglio 1568 i lavori si dovettero sospendere (10), e nel novembre lo stesso governatore Martinengo rimpatriò0". Poco dopo ritornava a Venezia anche l’ingegnere Marcantonio (12). I primi denari — 10 mila ducati — furono da Venezia mandati soltanto nell’ottobre del 1568 <13>; dopo dei quali altri 5 mila erano spediti nel settembre dell’anno seguente <14); di modo che il nuovo capitano generale Filippo Bragadm riprendeva ancora una volta i lavori, colla modesta intenzione di andar perfezionando le parti incompiute, punto curando di legai c il suo nome a qualche (t) V. A. S. : Senato Secreti, LXXV, 39 seg. (2) V. A. S. : Archivio del Duca, Missive: 20 novembre 1367. p) V. A. S. : Senato Secreti, LXXV, 46. p) Dal 1462 in poi appariva che essi avevano offerto ben 40 mila ducati. (5) V. A. S. : Archivio del Duca, Missive: 25 gennaio 1568. P) Ibidem: 28 marzo 1568. (7) Fino al 1565 fra i contadini i debiti di angane personali ammontavano a 20 mila e ad 8 mila quelli di angarle con bestie, per non aver i villani adempiuto l’obbligo loro imposto. ;8) cfr. Relazione del capitano Pietro Navager (V. A. S- : Relazioni, LXXXI). p) V. A. S. : Archivio del Duca, Missive : 19 ìeb- braio 1568. (|G) Ibidem: 18 novembre 1568. (i¡) Ibidem: 20 novembre 1568. (is) Ibidem: 28 aprile 1569. — Chi fosse costui non saprei dire. — Ricorderò invece come, al dire del Guglielmotti (La squadra ausiliaria della marma romana a Candia ed alla Morca. Roma, 1883, pag. 322), Venezia si sarebbe in quest’epoca servita in Creta dell’opera del celebre ingegnere Francesco Laparelli da Cortona. In realtà però costui, imbarcatosi sulla flotta papale, fu quivi colpito dalla peste e mori appena sbarcato a Candia, il 26 ottobre 1570. (F. de Venuti : Vita del capitano Francesco Laparelli. Livorno, 1761). v. A. S.: Senato Mar, XXXVIII, 147 *’• (i'<) Ibidem, XXXIX, 55.